L’unica certezza, al momento, è che il 14 settembre si riaprono le scuole. Come, sarà un bel daffare. Da ieri circola la bozza delle linee guida per il ritorno in aula a settembre: il ministero dell'Istruzione l’ha inviata alle parti sociali e alle regioni. Ma al Comune lavorano già da settimane per preparare il terreno ad un anno scolastico senza precedenti. «Il testo non è ancora definitivo, sarà discusso oggi con le Regioni, prevede indicazioni generali che rimandano a quelle del comitato tecnico scientifico e rivedibili entro settembre.
Da settimane però noi stiamo lavorando con i nostri tecnici, l’Ufficio scolastico regionale e la Regione per avere tutti gli elementi per prendere le decisioni insieme ai presidi delle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di primo grado». A parlare è Paola Romano, assessore all’Istruzione. «Le indicazioni prevedono una governance ambiziosa con molti livelli di governo e la partecipazione di numerosi attori – continua -. Un tavolo regionale e delle conferenze di servizi organizzate dalle singole città con le scuole. E questo se da un lato favorisce la partecipazione dei vari livelli di governo, dall’altro ci preoccupa per la complessità e sarà importante che tutti i partecipanti agiscano all’unisono».
La riapertura dell’anno scolastico 2020-2021 non è scontata né semplice: fa i conti con la fase 3 dell’emergenza coronavirus, abbraccia in un sol colpo soggetti di più fasce d’età che devono convivere in spazi ridotti per più ore al giorno in condizioni di massima sicurezza sanitaria. «A settembre si può tornare in classe e, almeno sino alle scuole medie, in presenza. E questa mi pare un elemento positivo perché la didattica a distanza per i più piccoli toglie tantissimo all’educazione e aumenta le disuguaglianze tra gli alunni – continua l’assessore - Tuttavia un elemento che desta preoccupazione non è tanto lo spazio, che solo in alcuni edifici potrebbe essere insufficiente, ma piuttosto le risorse economiche per realizzare gli interventi e il numero degli insegnanti e del personale Ata che potrà assumere il ministero: in molte scuole sono presenti spazi inutilizzati, ma se il numero degli “ausiliari” sarà lo stesso dell’anno scorso, non sarà possibile utilizzare questi luoghi o aprire le scuole per più ore consentendo gli ingressi e le uscite scaglionati. Lo stesso dicasi per le classi numerose: non basta un’aula in più, sono necessari insegnanti in più. Inoltre nulla è detto per gli asili nido e sui parametri necessari per la riapertura».
La bozza parla di riorganizzazione degli spazi, lezioni in turni differenziati con attività didattica in presenza ma integrata con il digitale (solo in misura marginale e per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado), estensione delle lezioni al sabato. Con la possibilità, lasciata ai dirigenti scolastici, di «adottare soluzioni organizzative differenti, per attività parallele o alternative alla didattica tradizionale». «I dati che stiamo raccogliendo riguardano la capienza delle aule, ipotesi sulla gestione delle mense, banchi, alunni che usufruiscono del trasporto scolastico - spiega l’assessore -. Non appena il piano scuole sarà approvato, convocheremo un incontro con dirigenti e ufficio scolastico fornendo a tutti i dati raccolti e supporteremo i presidi che insieme ai Sindaci, che hanno gestito il peso di gran parte delle aperture delle attività, hanno un carico molto ampio di responsabilità. Questa – conclude- potrebbe essere una buona occasione per migliorare la scuola italiana».
Le linee guida parlano di di fasce aperte per l’ingresso a scuola: mantenere l’attuale fascia aperta, dalle 7.30 alle 9, che potrà essere «adeguata, programmata e concordata con i genitori». Stesso discorso per le fasce di uscita. E i dispositivi di protezione individuale? Liberi e belli solo i bimbi minori di sei anni: per loro non è previsto l’uso di mascherine. Per gli adulti sono raccomandabili l'utilizzo di visierine «leggere», quando opportuno, guanti di nitrile. In ogni caso, soprattutto con i bambini più piccoli e tra bambini stessi, deve essere sempre garantita la possibilità di essere riconosciuti e di mantenere un contatto ravvicinato. Dicevamo le classi: no solo turni differenziati ma anche classi suddivise in più gruppi di apprendimento o moduli di gruppi di «alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso». Refezione scolastica garantita a tutti gli aventi diritto, con soluzioni differenti per ciascuna scuola. SI potrà ricorrere a due o più turni nei locali adibiti, per evitare affollamento, oppure la scuola potrà predisporre dei «lunch box» da consumare in classe. In alcune scuole o, «in specifiche situazioni», potrebbero essere chiamati anche nuovi insegnanti, ma si deciderà quando saranno chiare le disponibilità di spazi aggiuntivi e le criticità dei singoli istituti.