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Puglia, Centrodestra: nuova fumata nera

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

raffaele fitto

Si allarga il solco tra Fdi (schierato per Fitto) e la Lega che chiede «rinnovamento»

Venerdì 12 Giugno 2020, 12:16

Bari - Due ore e mezza di discussione per un nuovo nulla di fatto. Non porta passi in avanti nell’indicazioni del candidato governatore per la Puglia il terzo vertice del centrodestra in poche ore. Questa volta la fumata è nera, le distanze tra i partiti cristallizzate. Fratelli d’Italia propone l’eurodeputato salentino Raffaele Fitto (vincente su Emiliano con un +7% per i sondaggi di Noto e Emg) e la Lega non dà il via libera ponendo sul tavolo una serie di obiezioni (non solo politiche), che vanno anche oltre la ricorrente richiesta di «rinnovamento» in Puglia e Campania.

La nuova riunione infruttuosa ha registrato anche la presenza, nello studio di Matteo Salvini al Senato, di un rinomato «uomo dell’Armonia», il vicesegretario leghista Giancarlo Giorgetti, politico di ispirazione tatarelliana, amante della nobile arte della ricomposizione delle fratture nella coalizione. La stella dell’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio non è bastata a superare l’impasse: in linea con Salvini, il politico varesino ha posto questioni rilevanti agli alleati e così i lavori si sono bloccati. Saranno ripresi, non più a stretto giro, dopo un supplemento di riflessione, con le riserve leghiste sui candidati proposti dagli alleati (Fitto in Puglia e Caldoro in Campania) intatte. Se solo poche ore fa la conclusione di questa partita sembrava imminente, adesso tutto appare in discussione e l’esito finale rimane segnato da crescente incertezza.

Giorgia Meloni, leader di Fdi, alla fine dell’incontro ha conservato ottimismo: «Siamo in dirittura di arrivo. Il vertice è aggiornato nel pomeriggio, probabilmente telefonicamente». Matteo Salvini - che per la Puglia aveva indicato le soluzioni di Nuccio Altieri o Francesco Giorgino - ha fornito invece una lettura antitetica della riunione: «Non c’è niente di chiuso, lavoriamo con serenità per garantire l’unità della coalizione e il cambiamento. Non è una questione di nomi ma di squadra: vale per tutte le regioni interessate». Il raffronto tra queste due posizioni fotografa la permanenza di nodi irrisolti, la determinazione con cui la Lega ha rimesso in discussione i precedenti accordi pre-Copasir e la competizione sempre più marcata tra i due partiti di ispirazione sovranista.

Non a caso una fonte leghista usa la metafora del «pallone fuori campo» per dare il senso dell’immobilismo tra le parti riscontrato nella riunione, mentre altri - dallo stesso fronte - sottolineano come resti una opzione plausibile il ricorso ad un soluzione non ancora vagliata (un nome di rilievo della società civile?).

In serata il leader leghista Salvini, dal salotto tv di Porta a Porta, ha rincarato la dose: «Noi vogliamo il programma migliore e le persone migliori. Non voglio mettere bandierine, non mi interessa. Come governa la Lega lo dimostrano i governatori e i sindaci del Carroccio, poi è giusto che ci sia spazio per tutti». E ha specificato ancora una volta le ragioni della richiesta di nuovi percorsi: «Semplicemente - ha dichiarato -, se in Campania la sinistra propone come cambiamento De Mita, De Luca, Mastella e Cirino Pomicino, io penso che dalla Lega e dal centrodestra gli elettori napoletani e campani si aspettino qualcosa che guarda avanti e non indietro». E in Campania, con Stefano Caldoro difeso pubblicamente dai vertici berlusconiani, oltre all’ipotesi dell’azzurro Fulvio Martusciello, qualcuno torna a suggerire i nomi destrorsi del direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano (che ha declinato ogni invito) e del direttore di CulturaIdentità, Alessandro Sansoni. «La nostra priorità - ha concluso Salvini - è dare a pugliesi e campani il cambiamento. Poi, se nel centrodestra si fa uno sforzo di rinnovamento male non fa».

E così, ancora una volta, la fumata nera romana ha un impatto su tutto il centrodestra pugliese, favorito dai sondaggi, ma imballato dalla mancanza di un candidato governatore. E ogni giorno che passa - senza aver avviato a destra la campagna elettorale - è un innegabile vantaggio per il governatore uscente Michele Emiliano…

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