Presidente Michele Emiliano, è iniziata la Fase 2. Quali i primi riscontri, soprattutto sul fronte dei rientri da fuori regione?
«È andata bene. Questo metodo della “quarantena pugliese” è essenziale e lo stiamo ripetendo. Il governatore dell’Emilia-Romagna Bonaccini ha rilevato che questa ordinanza ha salvato il Sud, arginando i contagi».
Cosa cambia rispetto al marzo scorso?
«Questi ragazzi - se ne sono segnalati 1056 - rientrano da zone pericolose ma è vero anche che sono stati due mesi chiusi in casa. Il pericolo è inferiore rispetto all’8 marzo, quando alle 2,31 del mattino feci quell’ordinanza. Allora 35mila pugliesi rientrarono dalla Lombardia: di quelli 200 erano positivi. Abbiamo contenuto così, grazie alla quarantena, il rischio di avere 200 Codogno. La responsabilità di ciascuno e la forza dell’appello accorato che feci allora ha pagato. Quei moltissimi che rimasero al Nord ora rientrano con il via libera del governo: sono i rientri di chi non ha ragione di rimanere nel Settentrione. Si stanno autodenunciando e li terremo casa, si segnaleranno sul sito e noi li monitoreremo».
Che numeri si possono prevedere?
«Non saranno come quelli di marzo».
In Basilicata c’è l’obbligo di tampone a chi ritorna. La convince questa strada?
«È una soluzione che incide sui diritti costituzionali delle persone. Lopalco sta valutando questa ipotesi. La stagione turistica - quando ripartirà -, per esempio, potrà esser gestita con i tamponi. Chi parte per la Puglia dovrà avere una “patente” e conta la serietà in questi frangenti, perché c’è il rischio - per chi non rispetta le prescrizioni - del reato di epidemia dolosa. Bisogna fare tamponi in modo non arlecchinesco».
Sul piano sanitario come procede la lotta alla pandemia?
«Adesso (ieri, ndr) abbiamo solo 9 casi. Sono guarite 779 persone. Abbiamo 436 ricoverati. Dobbiamo aggiornare i numeri dei guariti: sono molto importanti perché stiamo partendo con la sperimentazione dell’uso del plasma di chi ha vinto il virus per curare i malati».
Quali parametri dell’epidemia potrebbero creare allarme e portare a misure di nuovo restrittive?
«Questi sono segnali che vengono colti dagli epidemiologi, non dai politici. I limiti che ci siamo posti sono quelli che derivano da una conoscenza capillare delle persone che sono state contagiate e dal livello di ospedalizzazione. Abbiamo una squadra guidata da Pierluigi Lopalco, tra i migliori sulla piazza, che monitora questo tema non solo con numeri. Ho visto che in parecchi si sono messi a fare calcoletti (si riferisce all’eurodeputato di Fdi Raffaele Fitto, ndr), ma il tema va lasciato a chi ha fiuto e esperienza. Abbiamo un approccio scientifico alla decisione politica che lascia al prof. Lopalco - che sta scrivendo con gli esperti un manuale per la ripresa nel turismo, per parrucchieri e mondo della bellezza - il compito di gestire l’acceleratore della riapertura. Ho consapevolezza delle esigenze delle categorie e dell’economia: dalle famiglie dei bimbi autistici ai parrucchieri che potranno aprire con dpi e procedure particolari».
In Puglia non c’è l’obbligo di mascherina.
«Non l’abbiamo messo perché quando si rispetta il distanziamento non è utile. Indossarla sempre la usurerebbe rendendola inadeguata quando è indispensabile nei luoghi chiusi. Anche i guanti non sono una garanzia particolare. Le pillole di Lopalco bisogna vederle sul portale della Regione Puglia: bisogna non mettersi le mani sugli occhi, usare i disinfettanti e farsi una doccia con l’acqua tiepida».
Per chi non ha mascherine…
«Stiamo distribuendo un milione e mezzo di mascherine a chi ne ha bisogno, con il supporto dei Comuni. Poi acquisteremo, dalle aziende pugliesi che producono mascherine di comunità, dispositivi che saranno in vendita al prezzo di 0,50».
Che iter c’è per la riapertura degli ospedali alla routine pre-Covid?
«I quattro provvedimenti adottati consentiranno di rientrare rapidamente nella normalità: ai pugliesi dico di non affollare scriteriatamente il Pronto soccorso. Cercate altre soluzioni, con il medico di famiglia, ma non abusate dei Ps. Poi non concentriamo tutte le visite nei prossimi 15 giorni…».
L’ultimo Dpcm ha creato qualche equivoco su congiunti e seconde case. Che via ha scelto per non disorientare i pugliesi?
«Ho cercato di dare indirizzi di buon senso. Se uno ha una casa al mare, come tanti del ceto medio, può andare a vedere come sta l’immobile. Abbiamo autorizzato questi spostamenti mentre se devono intervenire operai, dovranno osservare i protocolli di sicurezza».
Soluzioni per affrontare la crisi: il consiglio regionale ha stanziato nel complesso 21 milioni. Ha pensato ai “Puglia bond” per rilanciare l’economia regionale come i suoi colleghi del Nord?
«I “Puglia-bond” li abbiamo fatti in passato e non escludiamo di andare in questa direzione. Per ora metteremo in tasca delle imprese danaro immediatamente utilizzabile, in parte con risorse a fondo perduto, in parte con mutui a 20-30 anni. Quest’ultimo passaggio è obbligato per le regole europee».
Sulle messe vietate e la festa di San Nicola annullata…
«Un dolore enorme. San Nicola ha fatto il suo dovere fino in fondo: è il santo taumaturgo per eccellenza, soprattutto in Oriente. La festa la faremo nel nostro intimo anche senza le celebrazioni. San Nicola è una santo pragmatico, capirà. Le messe devono essere autorizzate con cautela per non rischiare di alimentare un sentimento antireligioso a causa dei rischi connessi. Un po’ di pazienza e poi le messe future avranno un significato ancora più profondo».
Raffaele Fitto per il centrodestra contesta la sua gestione dell’emergenza. Cosa risponde?
«Nulla. Io non ho competenze epidemiologiche e in questo momento l’ultimo pensiero è fare polemiche. È chiaro che Raffaele è politico di nascita, io sono solo il presidente della Regione Puglia che si occupa di cose più terrene…».
Il governatore Zingaretti ha un collaboratore “pizzicato” a fare grigliate con assembramenti. Ècerto che qualche suo “sodale” non abbia ceduto in gruppo alla passione per i frutti di mare?
«Avrei dovuto mettere a tutti il braccialetto elettronico… Per ora mi fido abbastanza. Fino a prova contraria...».