Presidente Domenico De Bartolomeo, Confindustria regionale come ipotizza l’uscita dall’emergenza Covid?
«I tempi sono maturi per la cosiddetta “fase due”, sempre nel massimo rispetto della tutela della salute e della salvaguardia del bene primario della vita».
Come creda debba attuarsi l’avvio della «fase due»?
«Intanto sfruttando i settori già riaperti e abbiamo visto che due grandi realtà come Natuzzi e Bosch sono già pronte. Poi possiamo implementare le altre attività alle quali è consentito lavorare e mi riferisco ai codici Ateco42 e Ateco 43 (sono codici che classificano le Attività economiche, ndr), nell’edilizia e nell’agricoltura».
C’è uno scadenzario individuato dal governo, no?
«Credo che dobbiamo farci trovare pronti per il 4 maggio. Dobbiamo uscirne bene e a breve, altrimento temo che la situazione non possiamo più reggerla da un punto di vista economico».
Ma lei stesso ha parlato di tutela dei beni superiori, salute e vita, come si può fare?
«Sfruttando al meglio tutti i protocolli di sicurezza. Abbiamo le circolari ministeriali, c’è un confronto serrato con le associazioni di categoria, c’è l’esempio di FCA che ha trovato una modalità di riapertura sicura degli impianti. Con i sindacati siamo pronti al dialogo e stiamo già ragionando su tavoli specifici per tenere insieme le esigenze produttive e quelle di tutela dal contagio. Si possono immaginare anche criteri e valutazioni per fasce di età. Ma dobbiamo ripartire. Completiamo le filiere e la ripresa arriverà».
Non teme una ripresa del contagio?
«Certo che la temo, e penso che vada fatta anche una riflessione seria sulla riapertura delle attività aperte al pubblico, le più difficili da disciplinare, oggettivamente. Altrimenti fra tre mesi siamo punto e daccapo».
Gli ammortizzatori hanno ridotto l’impatto sui bilanci aziendali e familiari?
«Hanno funzionato, stanno arrivando le lettere di accettazione di cassa integrazione. Bene gli accordi tra Regione Puglia e parti sociali. Bene l’accordo Abi per l’anticipazione delle banche. Ma l’impegno di spesa è di 13 miliardi di cig in un mese, quanto possiamo andare avanti così come sistema-Paese? E poi secondo me va fatta anche una riflessione sui territori, quelli come la Puglia che hanno tenuto meglio sul piano dei contagi forse possono ripartire prima».
Che cosa resta di positivo di questa tragica emergenza?
«Bisogna apprezzare la reattività mostrata dagli enti locali e anche dal governo. Purtroppo non riusciamo a rendere altrettanto veloce la parte attuativa. Per il virus della burocrazia sembra che non ci sia davvero vaccino».
Sarà uno dei temi per il nuovo presidente nazionale di Confindustria? Che cosa pensa della nomina di Carlo Bonomi?
«Siamo riusciti a proseguire la nostra attività nonostante l’emergenza, non abbiamo ceduto alla tentazione di fermare tutto e abbiamo ottenuto un grande risultato: 198 voti su 200 in teleconferenza, nessuna astensione o voto nullo. Una dimostrazione di grande senso di responsabilità. Bonomi è una nomina di altissimo profilo e lo dimostra il fatto che appena designato ha ringraziato per primo l’altra competitor».
Venendo dall’esperienza di presidente di Assolombarda saprà guardare anche a Sud?
«Lo farà e anche con grande attenzione, come ha dimostrato fino ad ora. Anche nella composizione della squadra di lavoro terrà conto del Mezzogiorno. E non dimentichiamo anche che, da statuto, con un presidente del Nord, il Comitato delle regioni di Confindustria deve essere guidato da un meridionale».