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Puglia, il pasticcio delle tute cinesi. I medici: «Non ci proteggono»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Puglia, il pasticcio delle tute cinesi. I medici: «Non ci proteggono»

foto Luca Turi

Per la Regione hanno caratteristiche tecniche sufficienti. Ma l'etichetta sembra dire tutt'altro

Sabato 11 Aprile 2020, 09:01

14:07

Le tute protettive acquistate dalla Regione tramite un ponte aereo dalla Cina hanno messo fine a una emergenza che rischiava di lasciare ferme le ambulanze del 118 e di far chiudere i reparti. Ma ieri in diversi ospedali pugliesi è scoppiato un caso: gli indumenti protettivi arrivati martedì (sono ben 121.250, tanto che la Puglia ne ha «prestata» una parte alla Protezione civile nazionale) non sono certificati per il biocontenimento e lo stesso produttore vieta di utilizzarli nelle terapie intensive.
I tecnici della Regione, in realtà, il problema se lo erano posto già da due settimane. Perché tute cinesi quasi identiche, ma con le stesse certificazioni, erano state consegnate due settimane fa alla Puglia dalla Protezione civile nazionale. 

(la tuta)

In quella occasione il governatore Michele Emiliano se ne era lamentato in diretta su Rai1, da Mara Venier: «Oggi - aveva detto - al Policlinico di Bari abbiamo distribuito nei reparti Covid delle tute che non erano quelle di bio-contenimento ma delle tute con caratteristiche diverse. Non sono la stessa cosa. C’è il rischio che queste ragazze e ragazzi siano privi di sicurezza minima».
Quella volta i medici della Regione incaricati della sicurezza sul lavoro avevano spiegato che, seppur formalmente non omologate in categoria III (per il rischio biologico) e prive del certificato di «tipo 6», le tute della Protezione civile potevano comunque essere utilizzate nei reparti covid perché le caratteristiche tecniche certificate dal produttore garantiscono l’impermeabilità: il rischio con il coronavirus non sono gli schizzi di sangue ma i «droplets», cioè l’aerosol che trasporta il virus, per il quale la filtrazione dichiarata dai dispositivi è del 100%. Anche questa volta, con le tute Iwode acquistate direttamente da Emiliano in Cina, i tecnici hanno offerto la stessa spiegazione.

 

(la scheda tecnica)

Il problema principale è che i dispositivi omologati in classe III (secondo le norme Uni) sono introvabili, e quelli che arrivano dalla Cina sono omologati secondo gli standard locali e dunque prive del marchio Ce. Proprio per questo il decreto Cura Italia prevede la possibilità di «validazione straordinaria», che deve essere effettuata dall’Inail: questo hanno chiesto i tecnici della Regione (Adolfo Rizzo, Fulvio Fucilli e Donato Sivo) secondo cui le tute Iwode hanno «le caratteristiche tecniche sufficienti» per ottenere il via libera. Ma nel frattempo, ovviamente, le tute sono state distribuite: l’alternativa era chiudere i reparti.
Stavolta pare che Emiliano non andrà a lamentarsi dalla Venier. «Non ci sono altre tute disponibili sul mercato a nessun prezzo», hanno fatto sapere in serata dalla Regione. «L’Unità di crisi pugliese- dicono - ha inteso operare secondo buon senso, disponendo la distribuzione delle tute protettive che, a parte l'aspetto formale della mancanza del marchio Ce, rispondono pienamente alla funzionalità richiesta».
Ieri numerose sigle sindacali hanno scritto ai direttori generali delle Asl e alla stessa Regione per chiedere spiegazioni. Oltre alle tute, c’è il problema dei gambali che sono finiti da giorni: medici, operatori sanitari e addetti del 118 sono costretti a utilizzare buste di plastica per la spazzatura sigillati con lo scotch. Il risultato è raggiunto, ma non è un bello spettacolo.

(il cartone con le buste della spazzatura al posto dei gambali)

ORDINE DEI MEDICI AD ASL PUGLIA: STOP TUTE CINESI - «Abbiamo chiesto ai direttori generali di sospendere immediatamente la distribuzione delle tute Iwode di certificazione cinese su cui sono stati sollevati dubbi di idoneità al rischio biologico e di procedere con le opportune verifiche, al fine di tutelare la salute di tutti gli operatori sanitari che operano a contatto con pazienti Covid-19": Lo annuncia Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari e della Fnomceo a seguito della nota con cui ieri Saverio Andreula, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Bari, ha reso noto che le tute cinesi distribuite alle strutture pugliesi sarebbero utilizzabili esclusivamente per la protezione meccanica e non per la protezione da rischi di contaminazione biologica, quindi «non idonee».

Si tratta delle tute acquistate dalla Regione Puglia direttamente dalla Cina e consegnate in settimana. Ieri la Protezione civile regionale ha spiegato che le tute cinesi sono idonee perché lo standard qualitativo e protettivo e sovrapponibile a quello europeo e italiano. «In questa epidemia i medici e tutti gli operatori sanitari stanno dando prova di un impegno e di una dedizione senza pari - conclude Anelli - hanno però il diritto di lavorare in condizioni di sicurezza, perché la tutela del diritto alla salute dei cittadini deve accompagnarsi alla tutela dei lavoratori che le aziende sanitarie devono essere in grado di garantire anche in questa situazione di emergenza».

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