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Villa D'Agri, in grembo aveva il feto morto da ore: 37enne muore dissanguata

 
Massimo Brancati

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Massimo Brancati

Villa D'Agri, in grembo aveva il feto morto da ore: donna uccisa da forte emorragia

Arrivata al San Carlo di Potenza non c'è stato nulla da fare per la donna

Martedì 05 Novembre 2019, 11:08

15:45

POTENZA - I familiari chiedono di fare luce sull’accaduto. Vogliono perché una giovane mamma e il suo bimbo in grembo hanno perso la vita. È accaduto ieri nell’ ospedale San Carlo di Potenza. Una donna di 37 anni di Villa d’Agri è deceduta nonostante gli sforzi dei medici e degli anestesisti di strapparla a un destino che è apparso segnato fin dai primi minuti. È giunta nel capoluogo, in preda a dolori, con il suo piccolo che non dava segni di vita da più di dodici ore. Una morte fetale in seguito alla quale spesso si scatena quello che in gergo medico si chiama «Cid», coagulazione intravascolare disseminata. In pratica il sangue non si coaugula e si va incontro ad emorragia. Esattamente ciò che è accaduto alla giovane mamma arrivata al San Carlo intorno alle 21 di domenica sera. Qui, dopo aver constatato il decesso del feto, i medici hanno dovuto asportare l’utero praticandole una dozzina di trasfusioni nel tentativo di fronteggiare il «Cid», considerato una vera e propria «brutta bestia» perché i farmaci coaugulanti non riescono ad attecchire di fronte a un’emorragia che sembra trasformare il sangue in acqua fresca. La povera donna è stata colpita da quattro, cinque arresti cardiaci e ieri, nel reparto di Rianimazione, non c’è stato nulla da fare.

Secondo una ricostruzione dell’accaduto, la signora avrebbe accusato dei dolori domenica mattina, ma sembrava un malore legato alla gravidanza. O meglio, credeva fosse così, sperando che di lì a poco sarebbe passato. Invece i dolori sono diventati più forti e alla fine i familiari l’hanno convinta a farsi accompagnare all’ospedale potentino. A un primissimo esame i medici hanno scoperto che il bambino era già morto. Sarà l’autopsia a chiare le cause del decesso del piccolo, per effetto del quale, come dicevamo, nell’organismo della donna si è scatenato quel putiferio che ha determinato l’emorragia. Pare che durante la prima gravidanza, andata per fortuna a buon fine, la donna avesse accusato anche problemi analoghi e che fosse stata sottoposta a trasfusioni subito dopo il parto, restando sotto osservazione in ospedale per quasi un mese. Questa volta, purtroppo, è andata diversamente. Al momento i familiari non avrebbero chiesto ancora il sequestro della cartella clinica, ma non è eslcuso che lo facciano in queste ore. Nel frattempo ciò che è accaduto diventerà di certo tema di discussione legando la triste storia alla necessità di riaprire il «punto nascita» a Villa d’Agri. Forse un intervento più tempestivo avrebbe potuto salvare la donna. Forse. 

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