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Taranto, falso allarme bomba: evacuate Eni e Mittal. Denunciato operaio 41enne

 
Redazione online

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Taranto, allarme bomba in Eni, azienda: «Verifiche in corso»

Controlli anche a sporgenti porto gestiti da ArcelorMittal

Mercoledì 11 Settembre 2019, 18:34

20:12

TARANTO -  In seguito a un allarme bomba che - a quanto si apprende - sarebbe stato diffuso sui social, nel pomeriggio è stata evacuata la raffineria Eni di Taranto dove sono in corso accertamenti. In seguito allo stesso allarme è stata disposta anche un’evacuazione di sicurezza del personale di ArcelorMittal in servizio al reparto Ima (Impianti marittimi) del secondo e terzo sporgente del porto gestito dal Siderurgico, con controlli e bonifica da parte degli artificieri.

«Nel pomeriggio - informa Eni in una nota - tutto il personale giornaliero e delle imprese che opera nella raffineria Eni di Taranto è stato invitato a lasciare il posto di lavoro al fine di consentire i controlli delle forze dell’ordine, a seguito di una segnalazione in cui si annunciava il posizionamento di un ordigno esplosivo all’interno del sito».

L’azienda aggiunge che «tutti gli impianti sono sempre rimasti in marcia regolare, guidati e controllati dalle sale controllo che sono bunkerizzate». L’Eni evidenzia infine che «sono in corso tutti gli accertamenti in totale sicurezza» e che «la situazione è sotto controllo».

Sarebbe stato un operaio di 41 anni, elettricista nell’area portuale gestita da ArcelorMittal, a diffondere il falso allarme bomba che ha causato nel pomeriggio l’evacuazione della Raffineria Eni di Taranto e del reparto Ima dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal. L'uomo, che risiede a Leporano (Taranto) e ha precedenti giudiziari, è stato identificato dai carabinieri del Nucleo investigativo e denunciato in stato di libertà per violenza privata e procurato allarme.

Secondo quanto accertato dai carabinieri, al termine del proprio turno lavorativo il 41enne ha pubblicato un post sul proprio profilo Facebook, scrivendo: «Bene, ho finito di piazzare l’ordigno sotto le cisterne dell’Eni di Taranto. Il timer l’ho regolato per le 17. Due ore dovrebbero bastare per allontanarmi».
L’operaio, rintracciato presso l’abitazione dei genitori, ha ammesso le proprie responsabilità, precisando che si trattava di un falso allarme e che aveva inteso diffondere quel post per un non meglio precisato senso di frustrazione personale e desiderio di rivalsa nei confronti della città di Taranto.

In seguito alla diffusione dell’allarme sono stati precauzionalmente evacuati gli impianti produttivi e di stoccaggio di materie prime della locale raffineria Eni e del complesso portuale dello stabilimento siderurgico. Le operazioni di bonifica, a cura dei militari artificieri della sezione investigazioni scientifiche, coadiuvati da personale addetto alla sicurezza degli stabilimenti industriali, hanno dato esito negativo. Le attività produttive sono riprese regolarmente

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