BARI - eroporti di Puglia e Acquedotto Pugliese entrano nella Fondazione Petruzzelli. L’operazione, che vale 900mila euro complessivi per i prossimi due anni, è stata chiusa a tempo di record sull’asse tra Comune di Bari e Regione: il sindaco Antonio Decaro, che dell’ente lirico è il presidente, ha ottenuto l’appoggio del governatore Michele Emiliano che ha dato indicazioni alle due partecipate. E ieri il cda della Fondazione ha preso atto della sottoscrizione da parte delle due «spa» regionali, ammesse per il momento come soci sostenitori del principale teatro pugliese.
Non si tratta di una semplice iniezione di capitali, peraltro nemmeno strettamente necessaria ora che il Petruzzelli risanato ha trovato equilibrio anche nei bilanci: i tempi del «rosso» fisso, che portarono anche al commissariamento, sembrano definitivamente superati. Il Fondo unico per lo spettacolo viene ripartito dal ministero per i Beni culturali sulla base di una serie di parametri, e ciò che penalizza Bari (forte sui contenuti artistici) è proprio la scarsa attrattività dei fondi privati. Ecco che l’ingresso di Aeroporti di Puglia e Acquedotto, nelle intenzioni di Decaro, deve costituire una sorta di apripista: una chiamata alle imprese del territorio, finora generalmente assenti dagli investimenti in cultura.
Più nel dettaglio, Aeroporti ha deliberato - su richiesta della Regione - un contributo pari a 200mila euro l’anno per il 2018 e il 2019, proponendo iniziative di partnership istituzionale come ad esempio piccoli concerti negli scali pugliesi. Acquedotto ha invece sottoscritto un contributo pari a 250mila euro l’anno che «produrrà certamente ricadute positive sull’intero territorio pugliese». Per entrambe le società, il marchio del Petruzzelli è un accostamento di prestigio. I due contributi ricadono peraltro nella disciplina dell’Art bonus, che consente un credito di imposta pari al 65%: essendo entrambe le spa regionali in utile, l’investimento si ripaga da solo. Un esempio che - sperano Decaro ed Emiliano - potrà servire da pungolo agli altri imprenditori pugliesi.
In passato, per periodi ristretti, ci sono stati alcuni soci privati (l’imprenditore Domenico Di Paola e la Cobar di Altamura). Oggi, a parte lo sbigliettamento, la Fondazione Petruzzeli si regge sul finanziamento pubblico. Circa 8 milioni arrivano dal Fondo unico per lo spettacolo, altri 3,5 vengono garantiti dalla Regione, ulteriori 2 dal Comune di Bari e 200mila euro dalla Città metropolitana. I fondi garantiscono la stagione, che quest’anno ha portato in palcoscenico anche produzioni originali (la Traviata, in programmazione fino a domani, ha registrato il tutto esaurito) volute dal sovrintendente Massimo Biscardi proprio per marcare l’inizio di un nuovo corso. Dopo la stagione degli scandali il teatro ha riconquistato grande appeal, ed ha appena festeggiato i 10 anni dalla riapertura dopo la ricostruzione. Per il 2019 la Fondazione ha annunciato una stagione d’opera che comprende tra l’altro tre allestimenti originali, consegnando al pubblico titoli raffinati, mai rappresentati a Bari. Segnali estremamente positivi.
I 900mila euro delle «spa» regionali confluiscono nel fondo di gestione della Fondazione, e consentono di far fronte alle spese ordinarie: significa poter liberare risorse per concentrarsi sulla produzione, sugli artisti, sulle tecnologie, sulle strutture. Non è nemmeno da escludere, spiegano fonti vicine a chi ha coordinato l’operazione, che Aeroporti e Aqp entrino in pianta stabile nel ruolo di soci fondatori.