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Bari, l’Interporto va agli americani: acquisto per 41 milioni

Bari, l’Interporto va agli americani: acquisto per 41 milioni

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Interporto,  speranza dal Tar

Lo prevede il piano di ristrutturazione che domani verrà esaminato dal Tribunale di Bari nell’ambito del procedimento per il salvataggio del gruppo riconducibile alla famiglia Degennaro, gravato da 120 milioni di debiti

Domenica 02 Dicembre 2018, 08:07

12:00

BARI - Un fondo immobiliare gestito da Prelios e sottoscritto dagli americani di Tpg Sixth Street Partners acquisterà per 41 milioni di euro l’Interporto regionale della Puglia e la sua controllante Italfinance, destinando i soldi al pagamento dei creditori. È questa l’operazione che le società riconducibili alla famiglia Degennaro (ramo Casamassima-Lum) hanno proposto nel Piano di ristrutturazione del debito su cui la Fallimentare è chiamata a pronunciarsi domani per il salvataggio della struttura barese: gli imprenditori baresi ne manterranno la gestione in global service.

A giugno, come la «Gazzetta» ha già raccontato, la Procura di Bari ha chiesto il fallimento di Interporto e Italfinance che hanno risposto con una domanda di concordato in bianco. Il Tribunale (giudice delegato Nicola Magaletti) ha nominato commissari giudiziali per Interporto Pino Pepe e Antonio Campobasso, mentre per Italfinance (giudice Rosanna Angarano) i commissari sono Michele Castellano e Vito Lisi. Negli scorsi giorni le due società (avvocati Vincenzo Chionna e Maurizio Marcantonio per Interporto, Michele Lobuono e Mario Spinelli per Italfinance) hanno cambiato strategia, depositando i due piani di ristrutturazione del debito che dovranno essere ora sottoposti al vaglio dei giudici.

Interporto ha raggiunto accordi con 36 creditori che rappresentano poco meno dell’80% dei 95 milioni di debiti, mentre la controllante Italfinance ne ha chiusi 24, per il 93,7% dei 27,1 milioni di debiti, consentendo così un abbattimento complessivo da 122 a 51,2 milioni. L’esposizione principale è in capo alle banche, che - per quanto riguarda la sola Interporto - vale 69,6 milioni. Il credito di Mps, che vale 48,4 milioni, e quello della ex Banca Marche, verranno acquistati dal fondo immobiliare di Prelios rispettivamente per 20 e 5,3 milioni, mentre alcuni altri istituti hanno raggiunto accordi a saldo e stralcio: tra questi Bpb con 3,3 milioni (da 8,5) e Bpm con 2,3 milioni. Tra i creditori di Interporto c’è anche la Regione, che dovrebbe ricevere il rimborso integrale della quota di finanziamento non utilizzata per il primo stralcio dei lavori di ampliamento della struttura (circa 4,5 milioni). I fondi (110 milioni) per i lavori del secondo stralcio, come noto, sono stati definanziati per l’inadempimento della società.

I dettagli dell’operazione, piuttosto complessi, prevedono che il fondo immobiliare gestito da Prelios (che acquisterà Interporto) venga sottoscritto interamente da una società lussemburghese per conto di Tpg Sixth Street Partner, un fondo americano con patrimonio pari a 29 miliardi che ha più volte partecipato in Italia a operazioni di valorizzazione con Telecom Italia. Il salvataggio Italfinance è invece finanziato con la cessione al fondo (per 3,8 milioni) di un suolo nel centro commerciale di Casamassima, ma anche con la rinuncia dei fratelli Degennaro a propri crediti personali per 1,7 milioni.
L’operazione potrebbe perfezionarsi a partire da aprile, dopo l’ok del Tribunale. Alla famiglia Degennaro resterà la gestione della struttura (440mila metri quadrati, di cui 87mila di magazzini e 75mila di piattaforma intermodale) che ospita circa 50 società, occupando circa 2.500 addetti compreso l’indotto, che genera circa 5 milioni l’anno di canoni di affitto. La Procura di Bari, va detto, si era opposta all’ammissione delle due società alla procedura di concordato in bianco.

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