La squadra mobile di Bologna, con il coordinamento del Servizio centrale operativo della Polizia e con la collaborazione delle squadre mobili di Milano, Bari, Foggia, Lucca, Verona e Venezia ha eseguito 18 ordinanze di custodia cautelare (nove in carcere, sei ai domiciliari, tre obblighi di firma), emesse dal Gip di Bologna, nei confronti dei presunti appartenenti ad un’organizzazione criminale dedita al traffico di droga, che ha importato tre tonnellate di hashish dal Marocco, arrivate al porto di Marina di Pisa. A capo del gruppo criminale c'erano tre italiani residenti a Milano che seguivano tutte le fasi dell'importazione, dal reperimento dell'imbarcazione, all'intestazione fittizia della stessa, dall'individuazione dello skipper alla definizione del quantitativo e del costo dello stupefacente. La droga arrivava in Italia con imbarcazioni appositamente modificate che facevano da spola con il paese di produzione.
A questi provvedimenti si aggiungono sette arresti in flagranza e il sequestro preventivo, eseguito dalla Dia, di beni per circa due milioni, fra case, terreni, auto, quote societarie e conti correnti. «La nostra principale soddisfazione è avere eliminato l’intero canale di rifornimento della droga», ha spiegato il dirigente della Mobile bolognese Luca Armeni illustrando l’indagine, partita dal capoluogo emiliano nel 2013. Alcuni degli indagati, che fra loro si chiamavano con soprannomi come 'lenticchia' o 'kingokongo', sono professionisti e piccoli imprenditori.
L'organizzazione non si occupava dello spaccio al dettaglio ma del livello più alto del traffico, trattando direttamente l’importazione dal Marocco.