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«Un ministro non risponde su Fb»
Avvocati disertano incontro a Roma

 
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Palagiustizia, avvocati controministro: su decreto dice il falso

La riunione nel vecchio tribunale (foto L Turi)

La Camera penale: «Non è vero che la decisione del decreto legge è stata condivisa dall’avvocatura». Stefanì: non firmo convenzione

Martedì 26 Giugno 2018, 11:48

27 Giugno 2018, 10:11

A causa del maltempo e del rischio pioggia è stato annullato il corteo di protesta organizzato a Bari dall’Unione delle Camere Penali italiane nell’ambito dell’astensione indetta per l’emergenza dell’edilizia giudiziaria penale barese.

All’assemblea degli avvocati, alla quale hanno aderito colleghi anche civilisti provenienti da tutta Italia, hanno partecipato i capi degli uffici giudiziari baresi. "Il decreto legge è solo uno dei passi - ha detto il presidente della Corte di Appello, Franco Cassano - vogliamo dare credito al ministro e auspichiamo che in tempi rapidissimi venga individuato un unico immobile». Meno fiducioso il presidente del Tribunale, Domenico De Facendis, secondo il quale «ci vorranno almeno 10 anni per recuperare. Siamo in una situazione drammatica e dal primo settembre saremo degli sfollati», perché entro il 31 agosto dovrà essere sgomberato il Palagiustizia di via Nazariantz, dichiarato inagibile.

«Bari ne uscirà a pezzi, sarà ricordata per le tende del palazzo di giustizia» ha detto il parlamentare e avvocato barese, Francesco Paolo Sisto, che ha definito il decreto legge "un insulto alla intelligenza giuridica anche solo di uno studente di diritto penale. Siamo di fronte alla negazione del diritto, del minimo di Giustizia». Sisto ha sottolineato la incostituzionalità del provvedimento, annunciando che farà "valere questi principi sul piano tecnico, anche nell’aula parlamentare»

MINISTRO DICE COSE FALSE SU DECRETO - «Il ministro ha detto delle cose false quando ha dichiarato che la decisione del decreto legge è stata condivisa dall’avvocatura, non è vero». Lo ha detto il presidente della Camera Penale di Bari, Gaetano Sassanelli, aprendo i lavori dell’assemblea nazionale convocata oggi a Bari dall’Unione delle Camere Penali nell’ambito dell’astensione di tre giorni indetta per protestare contro le condizioni di emergenza che sta vivendo la giustizia penale barese.

Dopo la dichiarazione di inagibilità del Palagiustizia di via Nazariantz è stata infatti allestita una tendopoli per celebrare le udienze di rinvio e da ieri i processi sono sospesi sulla base del decreto legge approvato dal Governo nei giorni scorsi. Il decreto è stato oggetto di polemiche tra il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, da un lato, magistrati e avvocati baresi dall’altro.

«Forse il ministro confonde il significato del termine condividere con il termine comunicare al presidente dell’Ordine. - continua Sassanelli - Con gli avvocati non è stata condivisa nemmeno una virgola di quel decreto. Questo è bene che si sappia. Perché si possa iniziare a comprendere la credibilità di questo ministro».

«Il ministro vuole affossare definitivamente la funzione delle giurisdizione penale a Bari. Non può essere senza significato - continua Sassanelli - che, in una vicenda come questa, parti che sono fisiologicamente portate alla contrapposizione, avvocati e pubblici ministeri, giudici e cancellieri, siano tutti d’accordo nel sostenere la stessa cosa: la necessità di una decretazione di urgenza per la requisizione di un immobile in grado di accogliere tutti gli uffici e riprendere a fare i processi. Perché il ministro non si ferma un attimo a riflettere su questo? La soluzione c'è, manca la volontà politica di concretizzarla. Potremmo riprendere rapidamente a fare i processi se solo la politica lo volesse».

«BONAFEDE NON PUO' SCRIVERE AGLI AVVOCATI SU FB» - ministro Bonafede ha scritto ai penalisti attraverso Facebook. Impari il ministro che esistono le sedi istituzionali». Lo ha detto il presidente nazionale dell’Unione delle Camere Penali, Beniamino Migliucci, intervenendo all’assemblea nazionale convocata a Bari per protestare contro la situazione di emergenza dell’edilizia giudiziaria barese. Alla dichiarazione di Migliucci i circa 300 avvocati provenienti da tutta Italia per partecipare alla manifestazione nell’aula magna della Corte di Appello di Bari si sono alzati in piedi e hanno applaudito per alcuni minuti.

«Il ministro ha il dovere di ascoltare e di avere coraggio. Bonafede si è dimostrato un ministro senza coraggio», ha continuato Migliucci. «Il ministro ci scrive attraverso Fb, - ha aggiunto - ma non racconta che i penalisti hanno chiesto con rispetto istituzionale di essere ricevuti dal ministro. Questo ministro, avvocato, ha ritenuto di non doverci neppure rispondere. L’avvocatura penale non accetta questo modo di fare, perché non è degno di un ministro della Repubblica».

«Sappia il ministro che gli avvocati italiani - ha proseguito il presidente Ucpi - hanno rispetto per le istituzioni ma pretendono uguale rispetto e non sopportano che in malafede si diano notizie come quella che il decreto è stata una soluzione condivisa. Questa è una bugia». Migliucci nel suo intervento ha risposto punto per punto al post scritto ieri su Facebook dal ministro e rivolto ai penalisti baresi, con il quale Bonafede ha criticato la scelta di protestare. 

«Scrive nel suo post che noi abbiamo sbagliato, - ha detto Migliucci - e fino a quando Bonafede non sarà presidente dell’Ucpi, le nostre proteste le decidiamo noi. A meno che non decida di fare un altro decreto di urgenza per sopprimerle». "I penalisti italiani - ha concluso Migliucci - saranno al fianco degli avvocati baresi per tutte le determinazioni che vorranno intraprendere, piaccia o no al ministro Bonafede e al suo Governo».

AVVOCATI, PRESIDENTE ORDINE: NON VADO A ROMA - «Sono stato convocato per domani al ministero della Giustizia per la sottoscrizione della convenzione su Modugno. Non firmerò, mi rifiuto di essere firmatario di una convenzione che condanna la giustizia barese, e non andrò all’incontro». Lo ha detto il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari, Giovanni Stefanì, intervenendo all’assemblea nazionale convocata a Bari per protestare contro la situazione di emergenza dell’edilizia giudiziaria barese. Oggetto della convenzione è l’utilizzo dell’ex sede distaccata del Tribunale di Modugno per trasferirvi parte dell’attività penale del palazzo di via Nazariantz, dichiarato inagibile.

Un’ipotesi alla quale tutti gli operatori della giustizia, avvocati, magistrati e personale amministrativo, si sono da subito opposti perché insufficiente e perché frammenterebbe ulteriormente sul territorio le sedi giudiziarie. "Mi sarei aspettato di essere convocato per discutere di soluzioni che potessero risolvere i problemi concreti. Non voglio e non posso firmare un qualcosa che non condivido» ha detto Stefanì, che ha annunciato che non parteciperà alla riunione convocata per domani dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Oltre al presidente Stefanì, sono stati convocati il presidente della Regione Puglia, i sindaci di Bari e Modugno, i vertici degli uffici giudiziari baresi e il direttore dell’Agenzia del Demanio.

ANNULLATO IL CORTEO DEGLI AVVOCATI - A causa del maltempo e del rischio pioggia è stato annullato il corteo di protesta organizzato a Bari dall’Unione delle Camere Penali italiane nell’ambito dell’astensione indetta per l’emergenza dell’edilizia giudiziaria penale barese.

All’assemblea degli avvocati, alla quale hanno aderito colleghi anche civilisti provenienti da tutta Italia, hanno partecipato i capi degli uffici giudiziari baresi. "Il decreto legge è solo uno dei passi - ha detto il presidente della Corte di Appello, Franco Cassano - vogliamo dare credito al ministro e auspichiamo che in tempi rapidissimi venga individuato un unico immobile». Meno fiducioso il presidente del Tribunale, Domenico De Facendis, secondo il quale «ci vorranno almeno 10 anni per recuperare. Siamo in una situazione drammatica e dal primo settembre saremo degli sfollati», perché entro il 31 agosto dovrà essere sgomberato il Palagiustizia di via Nazariantz, dichiarato inagibile.

«Bari ne uscirà a pezzi, sarà ricordata per le tende del palazzo di giustizia» ha detto il parlamentare e avvocato barese, Francesco Paolo Sisto, che ha definito il decreto legge "un insulto alla intelligenza giuridica anche solo di uno studente di diritto penale. Siamo di fronte alla negazione del diritto, del minimo di Giustizia». Sisto ha sottolineato la incostituzionalità del provvedimento, annunciando che farà "valere questi principi sul piano tecnico, anche nell’aula parlamentare».

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