BARI - È una storia semplice quella di Alida Melacarne, volontaria durante i giorni più difficili dell’emergenza coronavirus, quelli che passeranno alla storia come «fase 1» dell’epidemia. Una storia che Alida ha affidato al suo profilo social: un racconto sulla piattaforma facebook scritto sabato scorso, quando i 700 volontari mobilitati dal Comune hanno partecipato a una specie di cerimonia da «addio alle armi» nella palestra della scuola «San Francesco», fino alla scorsa settimana centro di smistamento degli aiuti distribuiti ai cittadini ammalati o in difficoltà. «Oggi (sabato scorso, ndr) il sindaco ci ha ringraziato - scrive Alida - era molto commosso e pure noi. Io non so chi deve ringraziare chi. Io so solo che a me questa cosa mi ha cambiato la vita e mi ha salvata in un momento non facile. In questo dare e ricevere che coincidono, sempre. A me ha regalato la sensazione di “essere a casa”, nel mio posto».
Singolare e suggestiva, nell’esperienza di Alida Melacarne, appare proprio la riscoperta di Bari nel suo quotidiano esercizio di solidarietà: «Con la mia Panda ho girato tutta la città deserta in pieno lockdown. Tutti i quartieri, da San Pio a a Torre a mare» per scoprire che «è stato bellissimo» riappropriarsi della città di origine «quartiere per quartiere, strada per strada, portone per portone. E quanto ne avevo bisogno di riprenderla fra le mani questa città quasi sconosciuta, dopo 11 anni di vita al nord». Fare la volontaria, per Alida Melacarne, ha significato riconoscersi nel «senso di comunità come mai avrei potuto sperare».
La storia semplice di Alida nasce il 5 marzo scorso: «Appena saputo che a lavorare non ci sarei andata per un tempo indefinito, scrissi una mail al mio sindaco, Antonio Decaro». Esprimendo la sua disponibilità «a fare qualcosa per la mia città, Bari» Alida riceve rapida risposta dal primo cittadino e dalla «regista» dell’operazione solidarietà, l’assessore al Welfare del Comune, Francesca Bottalico. «In poche ore - prosegue Alida Melacarne - fui inserita in una chat chiamata “Volontari Covid”. Con altre 700 persone ci siamo occupate di consegnare le spese, farmaci, buoni alle persone in difficoltà. Persone di tutti i tipi: famiglie, single, bianchi, neri, gialli, verdi, rom, senza dimora, comunità». Uno sforzo, per ricordare qualche numero, senza precedenti: oltre 58 mila interventi in 80 giorni. Una spesa di più di 3 milioni di euro derivanti da fondi statali, regionali e comunali. Uno sforzo che continuerà. Spiega infatti alla “Gazzetta” Alida Melacarne: «Noi volontari vogliamo creare un emporio fisso in uno spazio pubblico e un luogo per i cittadini attivi che possano essere formati per questa e altre emergenze. La nostra esperienza, acquisita in queste settimane, il patrimonio di legami raccolto, non devono essere dispersi».
«Quello che ho vissuto - scrive infine nel post - è stato un sogno fatto di sorrisi, criticità, commozione, risate, persone tra le più varie, mascherine maledette e occhi a cui è stato demandato di esprimere tutto, dalla gioia alla stanchezza, dalla complicità all’imbarazzo».
In questi mesi lo sforzo dei volontari è stato documentato: «Ora resta da capire - scrive Alida - quando tutta la città potrà vedere queste foto bellissime! Succederà presto». Quasi certamente in una mostra che il Comune sta preparando per il mese di settembre, come ha annunciato l’assessore al Welfare Francesca Bottalico.