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Elicottero precipitato sul Gargano, la perizia dell'Ansv: «Il pilota non si accorse della montagna per via del maltempo»

 
Redazione online

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L’elicottero caduto a Castel Pagano

Un errore umano avvenuto in condizioni meteorologiche pessime: l’incidente aereo avvenuto il 5 novembre del 2022, in località Apricena, costò la vita a sette persone

Lunedì 10 Febbraio 2025, 16:51

14 Febbraio 2025, 11:34

BARI - Un errore umano avvenuto in condizioni meteorologiche pessime. È in estrema sintesi l’esito della relazione finale d’inchiesta pubblicata dall’agenzia nazionale per la sicurezza del volo sull'incidente l’incidente aereo avvenuto il 5 novembre del 2022 in località Apricena sul Gargano costato la vita a sette persone a bordo di un elicottero proveniente dalle isole Tremiti. Secondo quanto si legge nella relazione, l’impatto sarebbe stato provocato dal fatto che il pilota che era ai comandi (in volo controllato) nel momento in cui l’elicottero entrò improvvisamente in condizioni meteorologiche di scarsa visibilità non passò al volo strumentale e non riuscì quindi a valutare adeguatamente la presenza di ostacoli introducendo i necessari correttivi di rotta.

Oltre ai due piloti, i foggiani Luigi Ippolito e Andrea Nardelli, persero la vita una famiglia di turisti sloveni con due figli adolescenti ed un medico del 118.

Nella relazione è precisato che la determinazione delle cause sull'incidente è stata inficiata dall’assenza sul velivolo di registratori di volo utili alla ricostruzione dettagliata dell’evento, in quanto non erano obbligatori su quel tipo di elicottero.
L’elicottero decollato dall’elisuperficie San Domino sulle Isole Tremiti era diretto a Foggia ed aveva a bordo i due piloti e altre cinque persone: una famiglia di turisti sloveni con due figli adolescenti e un medico del 118. Stando sempre alla relazione, al contesto «parrebbero aver contribuito sia la confidenza derivante dalla conoscenza del territorio sorvolato, per via della quale l’equipaggio potrebbe non aver tenuto in debito conto un possibile scarroccio dovuto alla componente trasversale del vento, sia l’assenza del TAWS (Terrain Avoidance Warning System) a bordo dell’elicottero in relazione alla possibilità di mitigare il rischio di un CFIT (impatto con il terreno in volo controllato).

L’agenzia per la sicurezza del volo, al termine dell’inchiesta, ha emanato, a fini di prevenzione, 3 raccomandazioni di sicurezza, mirate a rimuovere alcune delle criticità emerse. La raccomandazione di sicurezza - è spiegato in una nota - consiste in una proposta formulata dall’autorità investigativa per la sicurezza dell’aviazione civile sulla base dei dati emersi nel corso di una inchiesta di sicurezza, ai fini della prevenzione di incidenti aerei e mira unicamente ad accertare le cause di un incidente al fine di evitarne il ripetersi; ha quindi una finalità esclusivamente di prevenzione, non di individuazione di eventuali responsabilità.

LA FAMIGLIA DI UNO DEI PILOTI: NELLA RELAZIONE NON SI PARLA DI ERRORE UMANO

«In nessuna parte» della relazione Ansv «si rintraccia l’espressione “errore umano”, che costituisce, dunque, l’errato giudizio dell’autore dell’articolo, assolutamente infondato e privo di riscontri tecnici, certamente idoneo a fuorviare l’opinione pubblica in merito alla ricostruzione delle cause dell’incidente aereo effettuata dall’Ansv, con potenziali ricadute sulla reputazione delle persone coinvolte». E’ quanto dicono in una nota gli avvocati della famiglia di Luigi Ippolito, il comandante dell’elicottero morto nell’incidente di Apricena, secondo cui gli articoli pubblicati dalla stampa hanno «esposto in modo erroneo il contenuto» della relazione tanto da «indurre in errore l’opinione pubblica, notoriamente incline – soprattutto dinanzi a tali eventi – a ricercare a tutti i costi un colpevole dell’accaduto, talvolta anche al costo di ignorare gli esiti di accertamenti condotti da esperti tecnici a tal uopo incaricati». Secondo gli avvocati «la predetta relazione analizza tutti i fattori coinvolti nella condotta dell’aeromobile (condotta del volo, fattore tecnico, fattore ambientale, fattore umano, fattore organizzativo e sopravvivenza) riferendosi ad un processo investigativo standard senza determinare alcuna indicazione relativamente al loro livello di contributo all’evento. Al termine della relazione l’ANSV dichiara esplicitamente che: “La determinazione delle cause sull’incidente… è stata inficiata dall’assenza di registratori di volo utili alla ricostruzione dettagliata dell’evento, in quanto non previsti come obbligatori dalla normativa applicabile”». Gli avvocati concludono ricordando che «la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia ha iscritto un procedimento penale a carico di ignoti, attualmente pendente ancora in fase di indagini preliminari».

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Riportiamo per esteso le conclusioni della relazione (pag. 88), comunque pubblicata online sul sito dell’Ansv:

«Nei limiti delle evidenze acquisite si ritiene che l'incidente sia stato causato da un impatto con il terreno in volo controllato (Cfit) in seguito ad un ingresso involontario in condizioni meteorologiche di volo strumentale (inadvertent IMC) senza l'applicazione tempestiva di azioni correttive. Ciò avrebbe impedito all'equipaggio di mantenere la necessaria separazione dagli ostacoli. In tale contesto, parrebbero aver contribuito: la confidenza derivante dalla conoscenza del territorio sorvolato, per via della quale l'equipaggio potrebbe non aver tenuto in debito conto un possibile scarroccio dovuto alla componente trasversale del vento; l'assenza del TAWS (Terrain Awarness Warning System, il sistema di allarme che scatta in caso di avvicinamento al suolo, ndr) a bordo dell'elicottero in relazione alla possibilità di mitigare il
rischio di un Cfit». In sostanza significa che l'elicottero, continuando a volare "a vista" e senza l'uso di strumenti all'interno di una perturbazione e con nebbia densa, ha impattato sulla montagna perché i piloti ritenevano di trovarsi sulla rotta abitualmente seguita da Tremiti a Foggia ("la confidenza derivante dalla conoscenza del territorio sorvolato") e non si accorsero che il forte vento aveva "trascinato" ("possibile scarroccio") l'elicottero verso la montagna.

A fronte di tutto questo, la Gazzetta aveva titolato l'articolo "Elicottero precipitato sul Gargano, la perizia dell'Ansv: «Il pilota non si accorse della montagna per via del maltempo»".

Lasciamo al lettore ogni valutazione, attendendo le conclusioni dell'inchiesta giudiziaria della Procura di Foggia.

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