FOGGIA - Scatta la prescrizione per 24 dei 25 dipendenti comunali accusati di truffa quali presunti assenteisti. La sentenza di non luogo a procedere perché i reati sono estinti per intervenuta prescrizione essendo trascorsi 9 anni dai fatti, l’ha pronunciata il giudice monocratico del Tribunale di Foggia Simona Giuliani che ha stralciato la posizione del 25° imputato, Antonio Virgilio, unico ad aver rinunciato alla prescrizione e per il quale il processo andrà avanti.
I 24 imputati - Il reato di truffa aggravata ai danni del Comune è stato quindi dichiarato prescritto per Raffaele Abbatescianni, Aldo Ciavarella, Giuseppe Ciociola, Filippo Di Franco, Alessandra Grosso, Luigia Rita Nigri, Nicola Orlando, Matteo Palmieri, Raffaele Palumbo, Giovanni Signorello, Antonio Stanchi, Leonilde Carmen Celentano, Pasquale Di Paola, Luigi La Manna, Angelo Mascariello, Francesco Pilla, Maria Antonietta Ricci, Francesco Stramaglia, Raffaele D’Agrosa, Michele Mucciarone, Carmela D’Onofrio, Giovanni Perna, Silvia Emanuela Caiafa, Patrizia Colecchia. I fatti risalgono al febbraio/aprile 2015; dopo 9 anni il processo iniziato il 6 aprile 2017 era lontanissimo dalla conclusione: da qui la prescrizione che per la truffa matura dopo 7 anni e 6 mesi, accettata da 24 dei 25 imputati. I difensori avevano chiesto in prima istanza una sentenza di proscioglimento nel merito delle accuse sostenendo che le assenze erano legittime e giustificate; come richiesta subordinata i legali avevano dichiarato di non rinunciare alla prescrizione.
La denuncia del 2015 L’indagine sui presunti casi di assenteismo nella sede distaccata del Comune in viale Sant’Alfonso de Liguori, dove erano dislocati servizio attività economiche, servizio protezione civile, partì dalla denuncia sporta ai carabinieri il 15 gennaio 2015 dal consigliere comunale Giuseppe Mainiero. Parlò agli investigatori di “una sorta di andazzo nella sede di viale Sant’Alfonso”.
blitz – I carabinieri su decreto del pm installarono tre telecamere: 2 sopra il marcatempo, 1 all’esterno dell’ufficio. Per due mesi, dal 24 febbraio al 24 aprile 2015, i video documentarono entrate e uscita dei dipendenti; consentirono di verificare se i badge venissero timbrati regolarmente; consentirono di identificare chi si assentava e/o marcava il badge al posto del collega. Sulla scorta di quel materiale probatorio, il gip il 9 maggio 2016 firmò 20 ordinanze su richiesta del pm: arresti domiciliari per 13 indagati, interdizioni dal lavoro per 12 mesi per altri 7. Il video di un impiegato che con una scopa batteva sul controsoffitto sospettando la presenza di una telecamera finirono sul web. Alla visione dei video in aula, prova chiave dell’accusa, non si era ancora arrivati.
Processo La Procura chiese il processo per 25 impiegati accusati di 46 singoli episodi di truffa: il capo d’imputazione era lungo 103 pagine per contestare quasi 1200 ore di assenze ritenute ingiustificate, con un danno patrimoniale di 35mila euro ai danni del Comune costituitosi parte civile. L’8 marzo 2017 furono rinviati a giudizio 23 imputati; altri 2 nei mesi successivi. Il processo iniziò il 6 aprile 2017; nell’arco degli anni si sono succeduti una mezza dozzina di giudici. Per arrivare al primo interrogatorio del primo teste d’accusa, un carabiniere, si dovettero attendere 17 mesi en l’udienza del 30 novembre 2018, interrogatorio proseguito per quasi due anni. La sospensione dei processi durante il lockdown per il Covid tra marzo e maggio 2020 e proseguita nei mesi successivi, dilatò ulteriormente i tempi. A fine maggio 2023 preso atto che erano stati interrogati soltanto un paio dei testi d’accusa e in previsione dell’imminente prescrizione, il giudice che aveva ereditato il processo rinviò l’udienza a gennaio 2024 per le valutazioni di accusa e difesa. Ora è arrivata la prescrizione per 24 imputati.