LUCERA - La Procura di Foggia ha chiuso la tranche lucerina dell’inchiesta “Ossigeno” nei confronti di 15 indagati accusati a vario titolo di 2 corruzioni e 6 turbative d’asta per 6 appalti in altrettanti comuni dei Monti dauni - Casalvecchio, Castelluccio dei Sauri, Castelluccio Valmaggiore, San Marco La Catola, Volturara, Celle San Vito - relativi a lavori di manutenzione del demanio idrico, adeguamento sismico in una scuola, manutenzione canali e strade, consolidamento del dissesto idrogeologico. Coinvolti imprenditori, dipendenti di uffici tecnici comunali, componenti di commissioni giudicatrici, intermediari. I fatti sono del 2020.
L’inchiesta inizialmente coordinata dalla Procura di Bari contava 23 indagati, di cui 17 in Capitanata; sfociò nel blitz del 7 novembre quando il gip di Bari firmò 11 ordinanze cautelari (1 in carcere, 2 ai domiciliari, 6 interdizioni dai pubblici uffici, 2 divieti di contrattare con la pubblica amministrazione) per 15 ipotesi di reato: 5 corruzioni e 10 turbative d’asta per fatti avvenuti nel Barese e in Capitanata. Considerato che 8 imputazioni relative a 2 corruzioni e 6 turbative d’asta riguardano presunti illeciti verificatisi in Capitanata, il gip di Bari trasmise quella tranche dell’inchiesta alla magistratura dauna. Così il gip di Foggia, Roberta Di Maria, il 17 novembre firmò 7 ordinanze-bis (1 in carcere, 1 ai domiciliari, 3 interdizioni per 12 mesi, 2 divieti di contrattare con la pubblica amministrazione sempre per 12 mesi) confermative di quelle del collega di Bari.
Il pm Anna Landi ha chiuso l’inchiesta e inviato a 15 indiziati e difensori l’avviso di conclusione indagini. La difesa ha 20 giorni per chiedere interrogatori degli indiziati, sollecitare nuovi accertamenti, depositare memorie difensive, dopo di che la Procura deciderà se e per chi chiedere il processo; poi parola al gup per la fissazione dell’udienza preliminare. Destinatari degli avvisi sono Antonio Di Carlo, 63 anni, imprenditore di Lucera, principale indagato, inizialmente finito in carcere, quindi posto ai domiciliari dal tribunale della libertà; la figlia Carmelisa Di Carlo, 33 anni, ingegnere di Lucera che in occasione dei blitz fu posta ai domiciliari e poi rimessa in libertà dal Tdl con obbligo di dimora; Luigi Troso, 58 anni, architetto di Margherita di Savoia, responsabile del settore tecnico del Comune di Casalvecchio, che fu interdetto dai pubblici uffici; Antonio Ferrara, 66 anni, imprenditore di Lucera, cui fu notificato il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione; Bruno Maria Gregoretti, 62 anni, Termoli, legale rappresentante della “Adriatica strade”, anche lui raggiunto dal divieto di contrattare con la P.A.; Antonio Pacifico, 60 anni, di San Bartolomeo in Galdo in provincia di Benevento, responsabile dell’ufficio tecnico di Volturara che fu sospeso; Michele Camanzo, 66 anni, Monteleone di Puglia, componente della commissione giudicatrice di un appalto per lavori in una scuola di Castelluccio dei Sauri, che pure fu sospeso. L’elenco degli indagati prosegue con Valter Pellegrino, 64 anni, San Marco la Catola, responsabile del locale ufficio tecnico comunale; Vincenzo Manzi, 58 anni, Biccari, responsabile dell’ufficio tecnico di Celle San Vito; Paolo Coppolella, 69 anni, Castelluccio Valmaggiore, ingegnere, ritenuto intermediario nei rapporti tra imprenditori e il personale dell’ufficio tecnico comunale di Celle San Vito; Vito Girardi, 61 anni, Celle San Vito, responsabile unico del procedimento in relazione a un appalto a Celle e componente del seggio di gara dell’intervento di ripristino di due strade; Amedeo Petronelli, 69 anni, di Cerignola; Rocco Rossi, 52 anni di Anzano, entrambi componenti della commissione di gara per lavori a Castelluccio Valmaggiore; Michele Longo, 68 anni, di Foggia, responsabile dell’ufficio tecnico di Castelluccio Valmaggiore; Francesco Carrieri, 67 anni, milanese residente a Bari, ingegnere interessato all’aggiudicazione di lavori a Castelluccio Valmaggiore. Tutti respingono le accuse.