FOGGIA - Cinque indagati (gli avvocati foggiani Michele e Alessandro Mongelli, fratelli di 41 e 40 anni, Antonio Stanchi, 39 anni e i coniugi Michele Tricarico e Elisa Rita Russo di 42 e 38 anni); 4 arresti e 1 obbligo di firma in Questura; 53 capi d’imputazione per 6 distinte ipotesi di falso; 18 documenti d’identità taroccati per spacciarsi per altre persone; 17 riscossioni di risarcimenti per incidenti stradali liquidati dalle compagnie di assicurazione in base a 7 sentenze dei giudici di pace (6 di Foggia, 1 di Termoli) e 10 accordi stragiudiziali, per un importo complessivo di 41831 euro, con somme variabili da 865 a 6252 euro; 37 procure speciali rilasciate da un notaio che sarebbe stato raggirato per consentire l’incasso di quelle somme in favore di 2 avvocati nominati dai loro clienti coinvolti in sinistri; 1 falsa testimonianza resa davanti al giudice in una causa civile. Sono i numeri dell’indagine ora conclusa di Procura e agenti della sezione antirapina della squadra mobile, su presunti falsi per incassare indebitamente risarcimenti per incidenti mai avvenuti o verificatisi in maniera differente rispetto a quanto rappresentato. L’inchiesta è sfociata nel blitz del 26 ottobre con l’emissione di 5 ordinanze cautelari: 4 in carcere, 1 obbligo di firma. Secondo l’accusa, gli avv. Mongelli avrebbero assoldato i tre coindagati quali falsi testimoni per presentarsi dal notaio con documenti falsificati per il rilascio di procure speciali a favore dei due legali, che ricevevano così sui propri correnti i risarcimenti.
In 2 confessanoIl gip mandò in carcere i Mongelli che si sono autosospesi dall’Ordine dopo gli arresti, Stanchi e Tricarico, e impose alla Russo l’obbligo di firma. Stanchi confessò, accusò i due legali, fu scarcerato dal gip; i Mongelli che si dicono innocenti, e Tricarico che ammise e “scagionò” i due legali, ottennero i domiciliari dal Tribunale della libertà di Bari. Il pm Anna Landi ha chiuso le indagini e notificato gli avvisi ai 5 indiziati e ai difensori: gli avv. Giulio Treggiari e Rosario Marino per i Mongelli; Ettore Censano per Stanchi; Treggiari assiste anche i coniugi Tricarico-Russo. La difesa può ora chiedere nuove indagini o interrogatori-bis e depositare memorie difensive: poi il pm tirerà le somme e deciderà se e per chi chiedere il rinvio a giudizio come pare possibile.
L'ATTO D'ACCUSA – Ai 5 indagati il pm contesta a vario titolo 53 capi d’accusa per fatti del 2022/2023: falsità ideologica del pubblico ufficiale in atto pubblico; falsa attribuzione di identità; possesso/fabbricazione di documenti falsi; falsa testimonianza; falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale; falsità materiale commessa dal privato. Stanchi per 2 volte si sarebbe spacciato per un’altra persona recandosi dal notaio, la cui denuncia alla Questura a gennaio scorso diede il via all’indagine, e 1 volta per testimoniare il falso nella causa civile davanti al giudice di pace, sostenendo d’aver assistito a un tamponamento tra due auto su viale Fortore con lesioni riportate dalla conducente di una delle macchine; la Russo per 9 volte avrebbe assunto… altre identità recandosi dal notaio; il marito Tricarico avrebbe fatto lo stesso in 6 circostanze. Dagli accertamenti della squadra mobile emergerebbe che Tricarico e Stanchi risultano coinvolti rispettivamente in 38 e 14 incidenti con ruoli di volta in volta differenti: quali responsabili, o conducenti, oppure danneggiati e infine quali testimoni. L’avv. Alessandro Mongelli è risultato difensore in 150 casi di incidenti tra procedimenti aperti, liquidati e conclusi senza esito.
IL MODUS OPERANDI – A sentire la campana dell’accusa, gli avv. Mongelli si presentavano nello studio notarile o inviavano via mail documenti d’identità e patenti dei loro clienti, chiedendo un appuntamento per il rilascio di procure speciali notarili a riscuotere in nome e per conto del cliente sul conto corrente dei legali i risarcimenti delle assicurazioni per lesioni riportate in incidenti stradali mai avvenuti o verificatisi in maniera differente. Stanchi per 2 volte, la Russo per 9, Tricarico per 6 volte si recarono dal notaio esibendo documenti d’identità falsi, “inducendo così in errore il notaio a formare una procura speciale falsa perché il soggetto rappresentato nella foto del documento risulta diverso” contesta il pm.
I SOSPETTI DEL NOTAIO - A dicembre 2022 il notaio si accorse che la foto sulla patente di Michela V. inviata dall’avv. Alessandro Mangelli per il rilascio di una procura speciale per riscuotere una “cospicua somma liquidata dalla corte d’appello di Bari per un grave sinistro in cui era deceduto il figlio effigiava” scrisse il gip nell’ordinanza cautelare “una persona diversa dalla vera Michela V., come potè accertare visionandone il profilo social su Facebook. Dal successivo controllo di tutte le procure rilasciate dai clienti dei fratelli Mongelli, il notaio si accorse d’essere stato raggirato dai due avvocati che in numerosissime occasioni presentandosi al suo studio con i loro assistiti, l’avevano indotto a stipulare false procure speciali a favore di soggetti diversi dai reali rappresentati”. A gennaio così il notaio formalizzò la denuncia alla Polizia che diede il via all’indagine.