FOGGIA - L’amministrazione dei commissari, a pochi giorni dalla scadenza del mandato (poi soltanto gestione ordinaria fino all’insediamento del nuovo sindaco), si è posta due obiettivi per lasciare un buon ricordo ai foggiani: abbattere quella sorta di saracinesca, oggi rappresentata dagli ostacoli fisici che delimitano la stazione ferroviaria dal rione Martucci e riaprire l’ex caserma Oddone, vecchia sede del distretto militare, ex convento francescano da qualche mese sgomberato dalle famiglie senza-casa e che nelle intenzioni dei commissari dovrebbe ospitare il museo Giordaniano e il pià grande ostello universitario della città. «Abbiamo ancora qualche altro giorno per mettere a punto queste ed altre cose non meno importanti, penso al completamento dei regolamenti ad esempio», spiega il prefetto Vincenzo Cardellicchio alla Gazzetta. «L’ordinaria amministrazione del mandato commissariale scatterà entro quarantacinque giorni prima del voto, dunque intorno al 6-7 settembre. Poi solo atti indispensabili per la vita dell’amministrazione, il termine tecnico è stabilito dal Testo unico degli enti locali articolo 42».
Le misure last-minute rientrano in realtà in un solco di attività che si tratta adesso solo di portare alla firma, Cardellicchio pensa di congedarsi con un gesto di gratitudine per i foggiani: «Questa città me la porterò nel cuore, merita ben altro. Da parte mia ritengo che uno dei provvedimenti da varare assolutamente riguardi la stazione ferroviaria che, a mio avviso, dovrà avere un secondo fronte di ingresso per legare la città a quella che progressivamente è diventata una periferia (rione Martucci, il polo del Villaggio artigiani e aree limitrofe: ndr). Spero di riuscire a portare a termine questo importante risultato, con l’aiuto della Regione e delle Ferrovie dello Stato con le quali ho fatto la voce grossa».
A proposito di ferrovia, c’è anche la seconda stazione di Cervaro nel confronto in atto con Rfi. Il Comune ha posto le basi perché il progetto di “fermata” (dovrebbe essere consegnata nel 2026) venga riconvertito in vera e propria stazione così da completare i lavori nella stessa data. Su questo punto Cardellicchio sostiene di aver affidato all’ufficio tecnico il compito di monitorare la situazione.
Quanto alla valorizzazione dell’ex distretto militare, il prefetto ne parla come di un «sogno nel cassetto». Significa che non ci sono ancora i presupposti per considerarlo un obiettivo alla portata? «Abbiamo già stretto alcune intese, si tratta adesso di fare sintesi e dare inizio alla fase dei progetti. L’ex distretto si lega benissimo al polo universitario di via Arpi, l’idea di veder aprire lì dentro un grande “pensionato” universitario risponderebbe a questa funzione».