FOGGIA - Dovrebbe essere periodo di raccolta questo per il grano, ma nel Tavoliere se ne vedono poche di mietitrebbie in giro. Le poche in circolazione le abbiamo fotografate ieri mattina, oggi nuova burrasca in arrivo e dunque chi ha potuto nei giorni scorsi trebbiare il proprio fondo non si è tirato indietro prima dell'arrivo di un'altra perturbazione. Grano, o forse per meglio dire orzo, raccolto nell’areale ai piedi del Gargano (come da tradizione), sulla piana del tavoliere si è invece cominciato da un paio di giorni. In via Trinitapoli a Foggia, zona ad alta concentrazione monocolturale, gli agricoltori sono potuti entrare in azione solo dove il terreno ha drenato meglio l’abbondante pioggia caduta anche ieri pomeriggio sul capoluogo e in altre zone limitrofe.
Quadro generale di incertezza, i cerealicolturi non ricordano una situazione così complessa a memoria almeno degli ultimi dieci anni. Un quadro fotografato dalla borsa merci della Camera di commercio che anche ieri non ha quotato il prezzo, un po’ come avviene di solito quando è in vista il “grano nuovo”. Solo che stavolta il raccolto si farà aspettare, gli agricoltori stimano tempi di attesa di «almeno una settimana» per i campi che si estendono da San Severo a Foggia fino alle ultime propaggini dell’alto Tavoliere, tempi più lunghi per le produzioni dei monti dauni dove comunque si comincia a trebbiare sempre un po’ più in là rispetto all’inizio ufficiale della stagione granaria che parte il 13 giugno, festa di Sant’Antonio.
Raccolto nuovo atteso comunque da molti coltivatori «ma per pagare i debiti», afferma Michele Letizia, agricoltore, storico operatore della borsa merci e oggi assessore al comune di Candela. «La gran parte delle aziende agricole ha seminato il grano che oggi nemmeno si può raccogliere con il prezzo a 53 euro il quintale, oggi lo ritroviamo a 34 euro e non sappiamo se scenderà ancora. È una situazione molto delicata per la nostra agricoltura - osserva - tenere in piedi le imprese con certi costi sostenuti e ricavi ridotti non sarà facile. Nè si prevedono rese entusiasmanti a causa del maltempo: nel Subappennino si prevedono raccolti di 15-20 quintali a ettaro quando la media in grado di compensare le spese dovrebbe salire almeno a 30-35 quintali».
Nel frattempo è di ieri l’annuncio della costituzione di Rete del Grano Italiano, «un’alleanza senza precedenti - afferma il presidente Lello Vocale - che unisce una società di intermediazione a dodici aziende di stoccaggio, tra cui quattro sementifici e sei distributori di mezzi tecnici per la protezione e nutrizione delle piante (Farmagricole). La forza di questa innovativa visione della lavoro agricolo - conclude - risiede nella sua straordinaria capacità di operare in modo capillare su un vasto territorio, che abbraccia la Capitanata, il basso Molise e parte della Basilicata. Questa presenza diffusa rende la rete il punto di riferimento per la pianificazione, l'organizzazione e la gestione delle produzioni cerealicole».