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Foggia, mandava la droga ai detenuti in carcere

 
Redazione Foggia

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tribunale di Foggia

Il tribunale di Foggia

Concluso il processo, condannata la «postina»: inviava pacchi sotto falso nome

Martedì 21 Febbraio 2023, 14:38

FOGGIA - Per due volte spedì hashish nel carcere di Foggia, inviando con falsi nomi pacchi a detenuti ignari e nascondendo la droga nella confezione sottovuoto di salame e nelle cuciture di un paio di jeans; e per due volte fu scoperta. Adesso una giovane incensurata foggiana è stata condannata a 1 anno e 4 mesi, pena sospesa. La sentenza nei confronti di Angela P. di 24 anni è stata pronunciata dal gup: riduzione di un terzo della pena per la scelta del rito abbreviato; concessione delle attenuanti generiche per l’incensuratezza dell’imputata e dell’attenuante del fatto di lieve entità (complessivamente rinvenuti poco più di 8 grammi di hashish) hanno fatto scendere la condanna a 16 mesi. Il pm aveva chiesto 3 anni e 6 mesi, l’avv. Paolo Ferragonio l’assoluzione, e in subordine una condanna al minimo della pena che rientrasse nel limite della sospensione condizionale.

Per una delle due imputazioni, 5 grammi di hashish nascosti nel salame, la donna fu arrestata dai carabinieri il 30 settembre 2022 e posta ai domiciliari su ordinanza del gip: dopo qualche settimana era tornata libera. I due distinti procedimenti a carico dell’insospettabile foggiana - il compagno risultato estraneo alla vicenda era detenuto in carcere all’epoca delle spedizioni - sono stati riuniti in un unico processo. A incastrarle la donna i filmati registrati dal sistema di videosorveglianza dell’agenzia da cui erano stati spediti i pacchi destinati a due detenuti della casa circondariale del capoluogo dauno.

Il primo episodio risale al 21 ottobre 2021 quando i poliziotti penitenziari controllarono come da prassi un pacco vestiario destinato a un foggiano, apparentemente spedito dalla madre: si insospettirono, passarono i jeans contenuti nel pacco sotto una macchina a raggi X, scoprirono nelle cuciture 2 pacchetti con 3 e 2 grammi di hashish da cui si sarebbero potute ricavare 59 dosi. Il detenuto, presente durante il controllo per controfirmare per accettazione la ricevuta del pacco, subito disse di non sapere niente della droga apparentemente destinata a lui. E le indagini dimostrarono che diceva il vero: la polizia penitenziaria visionò il filmato registrato nell’agenzia da cui era stato spedito il pacco, accertò che a inviarlo era stata una donna riconosciuta nell’imputata in quanto si recava in carcere a colloquio con il compagno (pure lui estraneo all’inchiesta), rinchiuso nella stessa sezione del destinatario del pacco. La donna fu denunciata a piede libero alla Procura.

Il secondo episodio contestato dal pm è datato 2 dicembre 2021; questa volta a insospettire gli agenti di custodia fu una confezione sottovuoto di salame, dov’erano nascosti poco più di 3 grammi di hashish da cui si potevano ricavare 39 dosi: il plico con generi alimentari erano destinati a un secondo detenuto (compagno di cella del convivente dell’imputata) da parte del padre; mittente e destinatario non sapevano niente di quella spedizione. In questo caso furono i carabinieri a eseguire lo stesso accertamento: visione del filmato presso l’agenzia di spedizioni, mostrava una donna con mascherina e un neo sul viso, che aveva riferito all’addetta alla ricezione plichi i nomi di mittente e destinatario. Fu identificata la giovane incensurata, perquisita l’abitazione e rinvenuti un parka e un maglione simili a quelli indossati dalla donna del filmato. Visto anche il precedente dell’ottobre 2021, il pm chiese e ottenne dal gip l’arresto della sospettata.

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