La tragedia di Castelpagano resterà un marchio indelebile sulla pelle dei piloti e degli appassionati di volo foggiani, tutti amici e conoscenti di Gigi Ippolito e di Andrea Nardelli, pilota e co-pilota ai comandi dell'elicottero A109 precipitato sabato 5 novembre sul volo del ritorno Tremiti-Foggia per causa non ancora chiarite. E chissà mai se si riuscirà a venire a capo della verità. La volntà di capire, l'incredulità e soprattutto l'enorme fiducia riposta nelle qualità di un pilota esperto come Gigi Ippolito, fanno ritenere a tutti i colleghi-amici interpellati dalla Gazzetta come sia da escludere l'ipotesi dell'errore umano. «Gigi era un pilota estremamente preparato - risponde Aldo Rizzo pilota foggiano della compagnia Volotea - attento a ogni singolo dettaglio. Conosceva talmente bene le procedure tecniche e di sicurezza che non avrebbe mai azzardato alcuna manovra mettendo a repentaglio la vita delle persone. La mia sofferenza, al di là del fatto di aver perso un amico fraterno, è ascoltare in questi giorni tesi fantasiose. Aspettiamo le risultanze dell'inchiesta (domani l'autopsia sui due piloti: ndr) che sarà lunga e complessa».
Si è parlato anche di un'improvvisa perturbazione meteo, altra ipotesi scartata con decisione da Rizzo: «Ippolito non si sarebbe mai infilato in una turbolenza, quando c'è una cellula temporalesca nessuno di noi si sognerebbe mai di entrarci. Parlo da pilota di aereo, pure dotato di radar, a maggior ragione lo avrebbe fatto un pilota esperto al comando di un elicottero».
Si ipotizza un guasto, un ostacolo esterno (stormo di uccelli o drone), persino un malore del pilota: «L'inchiesta sarà molto complessa e temo lunga. Metterei la mano sul fuoco anche su Alidaunia, una compagnia seria, mai un incidente, peraltro su una rotta servita quotidianamente».
Andando per esclusione c'è chi ha parlato anche di «pura fatalità», come ha scritto Sergio Venturino, altro pilota esperto e compagno di volo di Ippolito su un post. «Abbiamo un’eccellenza di piloti e di compagnia. Il maltempo? Non era così brutto da far cadere un elicottero. Se poi si impatta una corrente ascendente che ti schiaccia, come a me è capitato per fortuna in aereo e per giunta si viaggia bassi come avviene in elicottero, può essere accreditabile anche la tesi del maltempo. Ma parliamo appunto di un'ipotesi».
Qualche elemento in più lo fornisce Roberto Marzano, pilota dell'Aeroclub Foggia, altro amico di Ippolito: «L'unica cosa che non mi quadra è perchè stava lì, verso Apricena. Per carità, è anche quella una rotta. Ma c'era maltempo, io mi sarei spostato verso San Severo dove c’è la pianura: c’era vento, andare verso la collina non è da Gigi Ippolito. Lui era di una precisione eccezionale, peraltro molto prudente».