Domenica 07 Settembre 2025 | 15:15

«Sos» Capitanata, dove gli assassini ora sono i giovani

 
Massimo Levantaci

Reporter:

Massimo Levantaci

«Sos» Capitanata, dove gli assassini ora sono i giovani

Dieci omicidi in nove mesi in provincia di Foggia e non c’è solo la mafia ad armare la mano dei killer

Domenica 04 Settembre 2022, 13:28

14:22

FOGGIA- Dieci omicidi in nove mesi in provincia di Foggia e non c’è solo la mafia ad armare la mano dei killer. Si spara pure tra i ragazzi anche se poi magari l’ispirazione è quella. Così il ventenne di Orta Nova Andrea Gaeta viene trucidato per strada «per futili motivi», dicono gli inquirenti, forse da un coetaneo e per una donna contesa. Un sedicenne è indagato per la morte di Francesco Pio d’Augelli il 18 luglio a San Severo. E un altro giovanissimo sarebbe la causa della lite scoppiata la notte del 31 agosto nel Luna park di Manfredonia con conseguente gambizzazione del padre e il panico generato tra la folla che voleva solo divertirsi alle giostre nella notte della santa patrona.

Una violenza cieca e indiscriminata agguanta ai polpacci i ragazzi foggiani frutto, speriamo non ancora avvelenato, di questa terra che ha potenzialità enormi e non smette di dimostrarlo (culla del turismo pugliese e dell’agricoltura, fucina di talenti che emigrano), ma con un fuoco nero nelle viscere. La terra della «Quarta mafia«, di una pervasività malavitosa ramificata da Foggia al Gargano, dal Cerignolano all’alto Tavoliere. Ma qui si tratta adesso di sottrarre alla manovalanza criminale i giovani prima che sia troppo tardi. Le spie accese non mancano: ieri a Foggia tre ventenni sono finiti ai domiciliari per aver rapinato due coetanei in pieno centro, uno dei tre già in carcere per altri reati.

S’invoca una maggiore presenza delle forze dell’ordine, punto di snodo cruciale per innescare la svolta. I sindaci chiedono al prefetto «strade più presidiate», credono nell’effetto di deterrenza in grado di giocare un fattore decisivo contro la microcriminalità. Le forze dell’ordine fanno quel che possono con gli organici ridotti e fermi al 1989. L’argomento è diventato virale, se ne parla da troppo tempo, inevitabile non farlo entrare nei temi della campagna elettorale a rischio che diventi solo propaganda tra favorevoli e contrari all’azione dell’ultimo governo: i candidati si scaldano, univoca per tutti la richiesta di potenziare i presìdi di polizia, sono le sfumature che confondono un’opinione pubblica spenta e frastornata. Ma anche per la politica parolaia cui abbiamo assistito finora, è dura star dietro alla malavita foggiana: così dopo il secondo attentato a stretto giro di tre giorni (Manfredonia 31 agosto, Orta Nova 3 settembre) le denunce e le invettive contro il sistema da cambiare si fanno più tenui e meno convinte. È una guerra che non si combatte soltanto con più poliziotti, quando anche una politica a corto di fantasia e senso d’iniziativa lo capirà, forse solo allora sarà cominciata la Primavera foggiana.

La deriva dei ragazzi è l’aspetto più inquietante: c’è bisogno di «politiche sociali mirate», le invoca anche Libera dopo l’ultimo omicidio di Orta Nova. Occorre promuovere e incentivare l’opera delle parrocchie, insistere sui temi del lavoro, provare a sottrarre dal controllo di famiglie malavitose i figli di una cultura (mafiosa) nella quale sono cresciuti e che non può che essere quella praticata ogni giorno. «Un omicidio non può diventare fenomeno di routine, tre ore dopo si rideva e si scherzava come se nulla fosse», le parole del parroco del Sacro Cuore, Antonio Carbone, dopo l’uccisione di Alessandro Scopece (11 luglio). Proprio quella la parrocchia «adottata» dall’Università di Foggia per innescare nuovi processi di crescita con i ragazzi. Un primo spiraglio, ma da solo non basterà.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)