Grido d'allarme per l'agricoltura foggiana, schiacciata dall'aumento (vertiginoso) dei costi di produzione e dalle bizze del tempo che hanno riservato una stagione di rovesci alle coltivazioni in campo: pomodoro da industria, ortaggi, adesso la vite con l'inizio della vendemmia più incerta che c'è. E agli inizi della stagione estiva era toccato al grano duro subire conseguenze analoghe: raccolto dimezzato in Capitanata, anche il prezzo alla borsa merci di Foggia ha frenato la corsa. I conti si faranno alla fine, ma non è proprio una bella annata per il mondo agricolo.
L'allarme del consigliere regionale Paolo Dell'Erba: «Tra maltempo ed aumento dei costi per la coltivazione, il settore agricolo della provincia di Foggia e del resto della Puglia corre il rischio di non essere più gestibile. È necessario un intervento coeso di tutte le istituzioni con il supporto delle organizzazioni di categoria per arginare una possibile catastrofe economica senza precedenti che andrà a ricadere sul consumatore finale». Il consigliere eletto in Capitanata è un imprenditore agricolo, conosce bene le dinamiche del settore. Sollecita la Regione a intervenire, teme che il silenzio sia oltremodo dannoso per gli agricoltori. «Non c’è più tempo da perdere - sottolinea - ed il silenzio di enti come la Regione mi preoccupa. Quello che è stato fatto in passato non basta più a sostenere l'onda d'urto dei costi che gli agricoltori devono sostenere in una provincia che vive sull’economia agricola».
È allarme anche per i vitivinicoltori, i prezzi in circolazione «sfiorano a malapena e nella migliore dei casi quelli dell'anno scorso, quando non c'era il caro energia», protestano gli agricoltori del comitato spontaneo di borgo Incoronata.
Continua anche il salasso per i produttori di pomodoro, agricltori e industrie di trasformazione. L'Anicav ha scritto al ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e al ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Stefano Patuanelli una lettera in quattro punti: «Chiediamo il raddoppio del credito d’imposta e proroga dei termini di utilizzo con condizioni più favorevoli (possibilità di cedere il credito agli stessi gestori e l’azzeramento o l’abbattimento degli interessi in caso di dilazione dei pagamenti); una sospensione del meccanismo Ets per evitare ulteriori aggravi per le aziende e un intervento diretto su Arera per la revisione del costo di conferimento delle capacità di trasporto di gas naturale che impatta in maniera notevole sui costi delle imprese ad alta stagionalità come quelle che trasformano pomodoro».
«Questa situazione rischia di mettere in discussione il prosieguo della campagna di trasformazione con le imprese che, non riuscendo a far fronte ai rincari, saranno costrette a rallentare la produzione o addirittura chiudere gli impianti con ripercussioni importanti sull’occupazione e sul mondo agricolo», dichiara il presidente di Anicav, Marco Serafini. «Bisogna, inoltre, considerare le difficoltà che le aziende avranno nel trasferire gli aumenti alla grande distribuzione e ai canali del fuoricasa, sia sui mercati nazionali che all’estero, dove c’è il serio rischio di vedere erodere quote di export a vantaggio di Paesi nostri competitors. È assolutamente necessario, quindi, un intervento urgente dell’attuale Governo a tutela non solo del nostro comparto ma di tutti i settori ad elevata stagionalità soprattutto».