Occupato provvisoriamente da sfrattati e senza tetto da oltre 23 anni, l’ex Distretto militare di Foggia (un edificio di grande valore storico essendo stato il primo convento dei francescani a Foggia), potrà essere ora sgomberato. La guerra a colpi di carta bollata, non senza una strumentalizzazione anche politica negli anni, si è definitivamente conclusa con il riconoscimento da parte del Consiglio di Stato della validità delle ordinanze di sgombero emesse dall’amministrazione Landella nel 2017. Va aggiunto che quelle ordinanze non furono messe in discussione neanche dai giudici del Tar della Puglia, il Tribunale amministrativo regionale, che diede appunto ragione al Comune a proposito della necessità di rientrare in possesso del bene, anche perché lo stesso rischiava di tornare al demanio generale dello Stato. L’ex caserma Oddone, sede del Distretto militare fino alla sua soppressione ma anche sede dello storico reparto dei Lancieri di Foggia, fu assegnato al Comune nell’ambito del cosiddetto federalismo demaniale, ma va pure detto che in oltre vent’anni le amministrazioni che si sono succedute, destra, centro e sinistra, non hanno prodotto granché.
Così di fronte al rischio di una restituzione del bene, il Comune ha candidato per i finanziamenti del Cis dell’area Foggia (così è chiamato in Gazzetta ufficiale) l’intero edificio per ospitare un polo museale giordaniano. Bella idea ma in quell’edificio si potrebbe fare molto di più sul piano culturale coinvolgendo ad esempio anche la Soprintendenza ai beni culturali di Foggia (che ha competenze per la Capitanata e la Bat), la Regione Puglia che dispone di ingenti finanziamenti per queste opere e la stessa Università degli studi di Foggia.
Per tornare alla decisione del Consiglio di Stato. i giudici a Roma hanno di fatto respinto il ricorso collettivo presentato a gennaio del 2019 dalle famiglie dell’ex Distretto militare di Foggia per ribaltare la sentenza del Tribunale amministrativo regionale della Puglia. In tutto le famiglie che hanno presentato il ricorso erano 23.
Va aggiunto che, al di là dell’aspetto tecnico giuridico, l’ex distretto militare è stato interessato ad una serie di provvedimenti per il rischio crollo di una ala della struttura. Ad oggi, 12 famiglie occupano ancora l’immobile. Il Comune, alla spicciolata, starebbe procedendo alle assegnazioni sulla scorta di una graduatoria degli aventi diritto ad un alloggio alternativo.
Sul piano strettamente giuridico, i giudici del Consiglio di Stato hanno sostanzialmente convenuto con la decisione dei colleghi del Tribunale amministrativo regionale della Puglia affermando l’esigenza di “porre fine ad una situazione di occupazione dell’immobile demaniale, il cui utilizzo in maniera propria e confacente alla sua intrinseca natura va inderogabilmente assicurato”.