FOGGIA - Dopo quasi 18 mesi in carcere, va agli arresti domiciliari Donato Delli Carri, 52 anni di Foggia, killer della «Società foggiana», tra i principali imputati di «Grande carro», l'inchiesta di Dda e carabinieri del ros di Bari sfociata nel blitz del 27 ottobre 2020 con 48 persone arrestate perché accusate a vario titolo di mafia, estorsioni, danneggiamenti, incendio, truffa a Regione Puglia e Unione europea per conseguire erogazioni a favore di aziende, corruzione, riciclaggio e fittizia intestazione di beni. I fatti contestati vanno dal 2013 al 2018 e sono avvenuti tra Foggia e provincia, Bari, Rimini, l'Irpinia e riguardano anche episodi avvenuti all'estero.
Il processo si è sdoppiato nel settembre scorso al termine dell'udienza preliminare davanti al gup di Bari: dai 53 indagati iniziali si è scendi ai 41 imputati per i quali i pm della Dda chiesero il rinvio a giudizio; 12 hanno optato per il processo abbreviato davanti al gup di Bari, e per altri 29 - tra cui Delli Carri - è in corso da gennaio scorso il processo con rito ordinario davanti al tribunale di Foggia. Delli Carri, che risponde di mafia quale presunto capo di un clan e di fittizia intestazione di beni, si dice innocente. I giudici foggiani, anche tenendo conto della lunga carcerazione preventiva, hanno ritenuto attenuate le esigenze cautelari, accolto l'istanza degli avvocati Leonardo De Matthaeis e Francesco Santangelo, e concesso a Delli Carri (detenuto nel carcere di Voghera) gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico a Rimini, dove l'imputato viveva all'epoca del nuovo arresto per «Grande carro»; il pm aveva dato parere favorevole alla richiesta dei legali. Delli Carri si traferi' in Romagna nel maggio del 2013, un mese dopo essere stato scarcerato dopo aver espiato una condanna a 26 anni e 6 mesi per mafia e omicidio inflitta nel maxi processo Panunzio degli anni Novanta, il primo processo che sancì la mafiosità della «Società»: Delli Carri è uno dei killer (l'unico individuato arrestato e processato) che la sera del 6 novembre del 1992 uccisero in città il costruttore Giovanni Panunzio che rifiutò di pagare i 2 miliardi di lire pretesi dal racket e denunciò gli estorsioni. Il processo «Grande carro» ai 29 imputati è alle prime battute e si preannuncia lungo, sono un centinaio i testimoni di accusa e difesa ammessi dal tribunale di Foggia; prossima udienza il 25 maggio per affidare l'incarico al perito incaricato di trascrivere le intercettazioni.