FOGGIA - Pronto Soccorso sotto stress, perchè in tanti, troppi, decidono di farvi ricorso anche per modesti problemi di salute, senza disturbare il medico di famiglia, troppo spesso relegato alla funzione di prescrittore di medicinali. E’ quanto evidenziano dagli Ospedali Riuniti, per spiegare che questo comportamento innesca la lunga attesa per la visita in Pronto Soccorso e lascia trascorrere quei momenti nella confusione, in condizioni di difficile ascolto medico ed infermieristico. «Anche nelle buone pratiche della sanità pugliese - la precisazione del Policlinico di Foggia - può accadere che sul fronte più caldo e pericoloso dell’ospedale si registrino criticità: il pronto soccorso è il luogo infatti dove si esasperano i sentimenti. L’urgenza di avere una risposta al bisogno di salute da parte del cittadino si scontra con il carico di lavoro e la necessità di selezionare il trattamento in base alla gravità, generando, a volte, divergenze difficili da riportare nei giusti binari». Parlano i numeri: al Policlinico Riuniti in particolare, h24, 7giorni su 7, c’è «un accesso spropositato e spesso ingiustificato al servizio di urgenza con una media giornaliera rilevata di 120/130 accessi». Più nello specifico: al Pronto Soccorso del Riuniti in giugno, mese di ripresa delle attività post Covid e di ripresa del senso di sicurezza nell’accedere ai servizi ospedalieri, si sono registrati 3.398 accessi di cui 1.546 verdi (poco critici), 1.565 gialli (mediamente critici), 6 bianchi (non critici) e 278 rossi (molto critici).
A luglio 3.930 accessi di cui 1954 verdi, 1696 gialli, 15 bianchi e 262 rossi. In questi due mesi - fanno rilevare dal Policlinico Riuniti - i codici verdi hanno inciso tra il 45% e il 49% sul totale, mentre i codici gialli, pazienti spesso anziani con polipatologie che necessitano di molto tempo per valutazione clinica e terapia tra il 43% e il 46% del totale.
«Sarebbe opportuno evitare di recarsi al pronto soccorso se non strettamente necessario - l’invito del direttore generale del Policlinico di Foggia, Vitangelo Dattoli -: venga qui solo chi ha sintomi in condizioni d’urgenza. È troppo importante avere il pronto soccorso il più libero possibile per consentire la cura di casi critici». Il servizio di Emergenza-Urgenza in questo periodo è gravato da un lavoro aggiunto poiché rimane invariata la doppia attività con percorso Covid - che funge da filtro per la sicurezza della struttura - e l’attività classica di gestione nel Pronto Soccorso. Tra l’altro il trend in aumento dei casi segnalati in regione ed in particolare nel Foggiano richiede un aumento dell’attenzione alle patologie respiratorie e quindi il tempo ed il personale da riservare ad un percorso dedicato. Infine il personale medico, provato e sotto pressione nella consueta attività lavorativa e che ha subito un turn over elevatissimo negli ultimi tempi, non ha ancora avuto la possibilità di godere di un periodo di ferie adeguato.
Nella logica strategica di riqualificazione strutturale avviata da tempo e che presto si concretizzerà con l’avvio delle attività del nuovo DEU, il pronto soccorso sarà inserito in un Dipartimento che consentirà, in accordo ai livelli previsti di cura e assistenza, di utilizzare appieno e il più rapidamente possibile le diverse competenze diagnostiche e terapeutiche.
«Il futuro - la conclusione di Dattoli - sarà generare un sistema efficace ed efficiente, di alta qualità ed una accoglienza sempre più improntata all’umanizzazione delle cure che avvicinino gli operatori sanitari e i cittadini: con un miglioramento delle risorse strutturali e umane i primi e con un più corretto ricorso al sistema di emergenza i secondi, potranno insieme concorrere a realizzare un Pronto Soccorso sempre più accogliente e sicuro. La buona sanità esiste, anche se difficilmente chi la sperimenta poi la diffonde sui media, e non deve essere offuscata dalle difficoltà quotidiane di un territorio che convoglia la maggior parte delle sue richieste di salute nel sistema di emergenza generando un numero esagerato di richieste che – pur nelle criticità - viene oggi affrontata in maniera regolare e costante dalle risorse del Policlinico».