Ci sarebbe una sorta di 'polizia interna' composta da una decina di ghanesi, che detta regole nel ghetto di Borgo Mezzanone, nel Foggiano. È quanto trapela tra i migranti che vivono nella baraccopoli abusiva, dopo la rissa scoppiata nella notte tra sabato e domenica scorsi. Al termine degli scontri, tre migranti sono rimasti feriti e un senegalese, da subito apparso in gravi condizioni, resta in pericolo di vita.
Sono stati bruciati due container, non una decina di baracche come riferito in un primo momento dalle forze di polizia. Al momento dell’intervento dei Vigili del fuoco, chiamati a domare le fiamme, c'è stata una violenta sassaiola che ha rallentato le operazioni di spegnimento dell’incendio. I momenti di tensione sono proseguiti anche nella mattinata di domenica, tant'è che le forze dell’ordine avrebbero rinunciato a un sopralluogo previsto per la conta dei danni.
Attualmente nel ghetto risiedono circa 2.000 migranti, quasi tutti braccianti nei campi della provincia di Foggia, mentre altri 600 sono in carico al Cara (Centro richiedenti asilo) e vivono in 17 moduli allestiti accanto alla baraccopoli, in origine separati da una recinzione che col tempo è però scomparsa. Ora quei moduli, che ospitano circa 35 migranti ciascuno, sono occupati abusivamente: dichiarati insalubri, sono stati destinati all’abbattimento, che però non è stato eseguito per i rinvii dovuti al lockdown Covid.

Ci sarebbe una sorta di 'polizia interna' composta da una decina di ghanesi che dettano le regole
Lunedì 03 Agosto 2020, 11:09