FOGGIA - «Trattative concrete, a fine febbraio se tutto va bene chiudiamo l’atto di acquisto», dice sicuro Salvatore Casillo alla Gazzetta. Salvatore è cugino di «Don Pasquale» Casillo, l’ex «re del grano» e presidente rossonero, ma nessun legame tra i due. «Non ci frequentiamo», risponde secco. Il patron del pastificio Liguori, azienda partenopea di grande tradizione in quel di Gragnano, vuole mettere il sigillo su pasta Tamma, altra storica azienda (1907), rilevata nel 2015 dai fratelli Sannella direttamente dalle mani di Raffaele Tamma, erede del capostipite Francesco, il simbolo (ancorchè il solo) della produzione granaria locale che chiude la filiera dal campo di coltivazione alla pastasciutta. Era da un po’ che gli echi di vendita riecheggiavano sullo stabilimento di via Bari/corso del Mezzogiorno, finora sempre smentiti dai fratelli Franco e Fedele Sannella che avevano rilevato Tamma con un programma ambizioso (la promozione attraverso il brand «Preziosa», la partnership con Beretta sui treni Freccarossa: iniziative però abortite). In realtà Tamma ha continuato a produrre pasta più per conto di altri (retail), lo stesso Casillo è uno dei clienti del pastificio foggiano. L’idea di acquisire il pastificio nasce proprio da qui. «Con i fratelli Sannella abbiamo allacciato rapporti di lavoro già da qualche tempo - riferisce Casillo - volevamo produrre più pasta di qualità, i nostri due stabilimenti lavorano già a pieno regime su questo fronte, ci siamo così rivolti alla Tamma per incrementare i volumi».
Gli impianti dell’azienda foggiana sono moderni (il pastificio è stato delocalizzato da Cerignola a Foggia ai primi del 2000 grazie ai finanziamenti pubblici del Patto territoriale di Foggia), l’impianto con annesso mulino può produrre fino a 1400 quintali di pasta al giorno. «Il pastificio si trova nel Granaio delle Puglie, ha una storia che intendiamo salvaguardare - aggiunge l’industriale campano - il grano del Tavoliere è quasi un brand nel senso che il consumatore oggi percepisce molto di più discorsi di questo tipo. Siamo fiduciosi, è in corso già da un po’ la “due diligence” per approfondire la situazione patrimoniale dell’azienda. Se i risultati saranno quelli che noi ci aspettiamo ritengo che tutto possa chiudersi a breve».
Il pastificio Tamma occupa 70 dipendenti, circa cento con i lavoratori dell’indotto. Con il passaggio dalla famiglia Tamma ai Sannella il marchio ha conosciuto un momento di maggior notorietà, anche a livello nazionale, con la sponsorizzazione per tre campionati (due in Lega pro, uno in serie B) del Foggia calcio, altra società dei Sannella ritornata dopo diciannove anni nel campionato cadetto, estate del 2017. Squadra e sponsor - Foggia Calcio & pasta Tamma - sono un “unicum” nella memoria collettiva di tanti tifosi, almeno fino a quando il giocattolo non si è rotto con l’arresto di Fedele Sannella (gennaio 2018), un’inchiesta giudiziaria per autoriciclaggio di denaro non ancora conclusa. L’estate scorsa i Sannella hanno mollato la società rossonera, caduta nel precipizio della serie D, la vendita del pastificio è un percorso che forse inevitabilmente si conclude. «Noi vogliamo rilanciare il marchio Tamma - assicura Salvatore Casillo - fa parte della storia del territorio, i Sannella hanno avuto il merito di rinfrescarne il brand e di promuovere programmi commerciali innovativi. Probabilmente non hanno raccolto quanto si aspettavano, ma questo è un altro discorso. Noi ci crediamo in questa azienda, siamo motivati e abbiamo le idee chiare. Speriamo di poter condurre in porto l’operazione».