FOGGIA - «La famiglia chiede solo che Matteo venga riconosciuto come vittima innocente della strage di San Marco in Lamis». Lo afferma l’avvocato Angelo Salvemini, legale della famiglia di Matteo De Palma, cognato del capoclan Mario Luciano Romito, uccisi entrambi il 9 agosto 2017 da sicari, che poi ammazzarono anche i due fratelli Luciani, Aurelio e Luigi, ritenendoli testimoni scomodi dell’agguato. L'avvocato è intervenuto in una nuova udienza del processo in Corte d’Assise a Foggia a carico di Giovanni Caterino, presunto basista del commando armato che quella mattina fece fuoco uccidendo i quattro uomini.
«Così come lo sono i due fratelli Luciani, noi chiediamo - ha detto il legale - che anche Matteo venga riconosciuto come vittima innocente. Era un operaio, privo di censure. Aveva preso qualche giorno di ferie per il suo 44/o compleanno e la sua unica colpa è stata accompagnare in auto il cognato a cui avevano revocato la patente in quanto sorvegliato speciale. Ha scontato una serie di conseguenze solo per la parentela con Romito».
Nell’udienza sono stati ascoltati periti e carabinieri che hanno compiuto le indagini e trascritto le intercettazioni.
Si torna in aula il 3 febbraio.