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Droga, banda smantellata nel Foggiano: 7 arresti, spaccio fino al Molise

 
Redazione online

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Droga, rete di spacciatori smantellata nel Foggiano: 10 arresti

Quattro persone sono in carcere, tre ai domiciliari e due sottoposte all'obbligo di dimora

Mercoledì 24 Luglio 2019, 09:08

18:52

Carabinieri e finanzieri hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari nei confronti di dieci persone accusate di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L'organizzazione criminale dedita prevalentemente alla vendita di hashish e cocaina, era ben radicata a Lucera, ma aveva ramificazioni nel vicino Molise. Tra gli arrestati ci sarebbero anche noti pregiudicati del posto. A quanto si apprende da fonti interne all’Arma gli spacciatori avevano creato un vero e proprio rapporto di assoggettamento con i clienti e si spingevano oltre i confini regionali arrivando fino a Campobasso. L’operazione prende il nome di drug wash. Nel corso del blitz, sono state eseguite numerose perquisizioni.

E’ nata da due arresti compiuti dalla guardia di finanza a Lucera nel 2016 per un chilogrammo di hashish si è incrociata con una indagine dei carabinieri tra Lucera e Campobasso l’inchiesta che ha portato oggi alla esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare che ha sgominato una rete di spacciatori tra la Puglia e il Molise. Le misure cautelari riguardano nove foggiani: quattro sono finiti in carcere, tre ai domiciliari e due sono destinatari di obbligo di dimora. Il ruolo principale nell’attività criminale era ricoperto dai coniugi Vincenzo Di Corso e Fabiola Marsico che gestivano che un autolavaggio a Lucera.

La donna si occupava personalmente di curare gli affari e confezionare le dosi. Alcuni componenti del gruppo, inoltre, avevano anche rapporti con un referente del clan foggiano "Moretti - Pellegrino Lanza» che forniva alla coppia grossi quantitativi di cocaina e hashish.

Particolarmente significative alcune conversazioni intercettate da finanza e carabinieri che mettono in evidenza la pericolosità dell’organizzazione: «Devo picchiare a lui, alla moglie e al figlio......alla fine della settimana se non mi dà i trecentotrenta euro lo uccido quello là della montagna come l’ho picchiato......quella sera bam bum pugni in bocca, schiaffi in bocca, ....pugni nei denti» . Addirittura ci sono intercettazioni in cui uno degli indagati si vantava di aver ridotto in un grave stato di tossicodipendenza uno dei clienti: «l'ho fatto diventare io tossico amò... io l’ho fatto diventare tossico perchè quello più ce la dai e più diventi tossico hai capito».

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