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Racket, Porzio a Foggia: «Qui si paga finché è sostenibile»

 
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Racket, Porzio a Foggia: «Qui si paga finché è sostenibile»

Foto Maizzi

Paola Porzio, commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, intervenendo a Foggia nel corso di un vertice con i massimi rappresentati cittadini in Prefettura

Mercoledì 19 Giugno 2019, 15:06

FOGGIA - - «Finché il pizzo è sostenibile, si paga ed è più semplice. Questo fa parte di un discorso di paura perché bisogna essere onesti e giusti e non si può pensare che la gente sia corrotta di suo». Così Paola Porzio, commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, intervenendo a Foggia nel corso di un vertice con i massimi rappresentati cittadini in Prefettura.

Il prefetto Ponzio arriva in una terra dove, secondo un sondaggio della Federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane (Fai) regionale, circa 80% dei commercianti e degli imprenditori cittadini paga il pizzo. «C'è paura per se stessi, per le proprie famiglie, quindi pagano il pizzo e stanno zitti finché riescono a sostenerlo - ha rilevato Porzio -. Quando non riescono a sostenerlo più allora denunciano, ma devono avere davanti uno Stato forte che è in grado di accogliere la denuncia, che è in grado di seguire le vittime e di prendere gli estorsori». «La situazione Capitanata - conclude il prefetto - è impegnativa e va affrontata con forte determinazione e grande sinergia. Oggi sono qui con l’intento di creare una unione ancora più forte tra il commissario antiracket ed Antiusura e il territorio. Naturalmente risolveremo tutto lavorando insieme e con determinazione».

«Il racket e l’usura sono due crimini orrendi che naturalmente sono alla base della presenza della criminalità organizzata e quindi vanno intercettati e combattuti fortemente». Lo ha detto Paola Porzio, commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e Antiusura, rispondendo ad alcuni giornalisti a Foggia sul fenomeno del racket delle estorsioni e della scarsa disponibilità delle vittime a denunciare.

«Io dalla mia parte, le forze di polizia dall’altra, lavoriamo insieme con forte determinazione. L’usurato - ha poi aggiunto Porzio - si vergogna: ha rovinato se stesso, la propria famiglia, la propria impresa e la realtà dell’economia locale. L'estorto, invece, vive un senso di subordinazione nei confronti dell’estorsore. Né ha paura e quindi c'è una grande difficoltà». Ma secondo Porzio lo Stato «arriva sempre e vince. Ha però dei tempi diversi. Quello che dobbiamo fare è essere più credibili e quindi, essere insieme».

«Il discorso dell’associazionismo antiracket è un discorso abbastanza complesso. Faremo un incontro nazionale con tutte le associazioni in autunno». Lo ha annunciato a Foggia Paola Porzio, commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura.

«Sto cercando di capire sul territorio nazionale chi veramente sta operando. Il problema delle associazioni antiracket - ha aggiunto - è il fatto che si tratta di associazioni di volontariato e che tali devono rimanere. Si tratta di un lavoro che fanno sul territorio, ma spesso non riescono a vederne gli esiti finali, perché se l’associazione non riesce a portare alla denuncia e non riesce a portare le vittime ad accedere al fondo, non ha credibilità». Il problema, secondo Porzio, restano le scarse denunce:

«Va ricostruita l'impalcatura, però le associazioni sono essenziali». Intanto, secondo il commissario nazionale sono poche le richieste al fondo di solidarietà per le vittime di richiesta estorsiva ed usura. «Su queste stiamo lavorando nella speranza che, implementando la nostra attività, si implementino anche le istanze», ha concluso.

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