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Foggia, aeroporto: senza strategia niente pista (e voli)

 
Massimo Levantaci

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Massimo Levantaci

Emiliano, a Foggia sede  Protezione civile Puglia

I comitati si organizzano: «Vogliamo la ripresa dei voli, ma dobbiamo darci da fare per riempirli di passeggeri»

Domenica 30 Dicembre 2018, 10:17

FOGGIA - Associazioni attese al varco ora che per i lavori sulla pista sembrano essere vicini i tempi di apertura del cantiere. Vola Gino Lisa, il comitato in difesa dello scalo di viale degli Aviatori, ha convocato in Camera di commercio un’assemblea con gli attivisti e i portatori d’interessi che vi confluiscono, per provare a giocare d’anticipo: «Emiliano aspetta ora le nostre mosse - ha detto il presidente Maurizio Gargiulo - invitiamo le associazioni datoriali che avrebbero interessi diretti a usufruire dello scalo, ad approntare un piano di attività con il quale sostenere il traffico dello scalo con la pista finalmente allungata. Non facciamoci trovare impreparati». Come si ricorderà il presidente della Regione aveva pubblicamente sfidato i «difensori dello scalo», in un video riproposto di recente, a darsi da fare per far confluire interesse e traffico sul futuro Gino Lisa. I tempi sembrano essere ancora acerbi, ma in realtà non lo sono: per i lavori ci vorranno dieci mesi, se le ruspe dovessero mettersi in movimento entro i primi mesi del nuovo anno, già nel 2020 di questi tempi avremo un aeroporto da far funzionare.

Certo, non toccherà soltanto ai foggiani farlo: alla Regione e ad Aeroporti di Puglia verrà chiesto di aprire il traffico di linea a compagnie low cost, sul modello di quanto avvenuto per Bari e Brindisi. Ma dovranno essere sempre i foggiani (e l’hinterland che dovrà essere sollecitato) a riempire quegli aerei. Dagli attivisti del comitato sono arrivate numerose segnalazioni. Quella di Vincenzo D’Errico, operatore turistico di Rodi Garganico, sembra la più allarmata: « Senza un aeroporto - dice - siamo obbligati a stare sulla difensiva. Lavoriamo appena quaranta giorni l’anno, a Rodi i pochi alberghi aperti in questo periodo applicano tariffe dar far ridere. La politica dei prezzi bassi dobbiamo praticarla tutto l’anno, altrimenti non viene più nessuno. Di questo passo le aziende vivacchiano, ma non vanno avanti. Basta chiedere al settore bancario per avere conferma: non si riesce più a stare dietro ai mutui con entrate ormai ridotte, anche chi investe sul Gargano deve battere in ritirata: è il caso della società svizzera - riferisce D’Errico - che ha comprato l’Hotel degli Aranci, ma attende di ristrutturarlo prima di capire cosa succederà con i trasporti locali».

E sempre in tema di trasporti la cartina di tornasole che forniscono i porti del Gargano non è migliore: «Abbiamo mille posti-barca vuoti nei porti di Manfredonia, Vieste e Rodi, stiamo perdendo quote di mercato e vediamo nell’aeroporto l’ultima àncora di salvataggio». Con gli operatori turistici pugliesi delle altre province lo scambio di informazioni è costante. «Alcuni miei colleghi brindisini attribuiscono all’aeroporto perfettamente funzionante la rinascita di quella provincia in chiave turistica. Solo che però alcuni si chiedono come mai i turisti vengano fatti atterrare allo scalo di Brindisi e poi ripartire da Bari. Con Aeroporti di Puglia bisognerà chiarire questi aspetti: dirottare i turisti dal Gargano a Bari, quando sarà pronto il Gino Lisa, sarebbe un disservizio molto grave per chi sceglierà di fare le vacanze da noi».

Vola Gino Lisa nell’occasione ha anche presentato uno studio nel quale vengono sottolineate le «numerose analogie» fra il Gino Lisa e lo scalo di Brindisi, «quest’ultimo sviluppatosi seguendo un modello di crescita molto ordinato e rispondente alle attese di un traffico salito fino a 2,3 milioni di passeggeri». «È un modello che riteniamo attuabile al “Lisa” quando e se avremo la possibilità di superare il tetto di un milione di passeggeri, oggi una cifra assolutamente irraggiungibile ma domani chissà - ha detto il consigliere tecnico del comitato, Angelo Stilla - purtuttavia riteniamo che prendendo spunto dal modello brindisino vi siano margini di crescita anche per lo scalo dauno».

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