FOGGIA - Il decreto Dignità manda a casa trenta portalettere foggiani, tutti in servizio da trentasei mesi e ormai divenuti quasi organici al ritmo e ai turni di lavoro con gli altri colleghi. Il tempo trascorso in azienda è risultato infatti fatale per questi ragazzi che hanno dovuto fare i conti con il nuovo decreto del governo che per combattere la precarietà dei contratti a tempo determinato, accorcia i limiti a dodici o al massimo a ventiquattro mesi costringendo i datori di lavoro a prendere atto di un quadro mutato. Già ma nel frattempo a rimetterci sono i lavoratori. Così le Poste, non potendo assumere i giovani che aveva nel frattempo provveduto a formare, ha mandato a casa tutto il contingente dei contrattisti precari. In attesa di tempi migliori, allo stato impossibili da prevedere. Nel frattempo niente più rinnovi, situazione congelata, consegne che potrebbero cominciare a ritardare a sentire i sindacati che hanno lanciato l’allarme.
A rimetterci però sarà anche l’utenza. «Le ripercussioni negative ricadranno anche sulla collettività - denuncia il segretario della Slc Cisl, Antonio Lepore - prima dell’entrata in vigore del decreto i lavoratori con contratto a tempo determinato avevano infatti l’opportunità di un lavoro sino a 36 mesi con 5 proroghe, cosa che permetteva un minimo di stabilità lavorativa e, nel contempo garantiva, una buona qualità della prestazione lavorativa resa a beneficio dei clienti. Il dipendente - aggiunge il sindacalista - nell’arco di questo periodo acquisiva professionalità e competenza che metteva a disposizione dell’utenza e della cittadinanza». Ora bisognerà sostituire le zone con altri portalettere, il turnover potrebbe non essere immediato poichè la principale prerogativa del portalettere è quella di conoscere a menadito i recapiti. Il sindacato teme contraccolpi nel servizio: «Adesso lo scenario cambia del tutto - puntualizza Lepore - l’introduzione delle nuove direttive sul lavoro a tempo determinato, non permetteranno più di poter effettuare rinnovi lunghi e pertanto.
Qualora Poste Italiane decidesse di assumere nuovi lavoratori con contratto a tempo determinato lo potrà fare solo con contratti a termine, senza causale con una durata massima di 12 mesi, indicando invece le causali per i contratti di durata superiore e che comunque non potranno superare i 24 mesi. Ciò significa che, nei fatti, vedremo cambiare sempre più frequentemente il portalettere della nostra zona, con tutti i disservizi che questo comporterà per l’apprendimento di un nuovo lavoro e con ‘sacrifici offerti in strada’ destinati a chiudersi dopo pochi mesi». Una novità non da poco se si considera che Poste Italiane ha di recente firmato un accordo per la consegna dei pacchi di Amazon: «L’accordo commerciale con Amazon - precisa il segretario della Slc Cisl - che permetterà il recapito dei pacchi anche nelle ore serali e nei festivi». Servirà più personale già formato, il sindacato prova a sostituirsi all’azienda: «L’unica strada percorribile resta quello del dialogo – rimarca il Lepore - bisogna coinvolgere tutti i soggetti attivi nello specifico per arrivare a correttivi equi che non penalizzino nessuno, perché chi ha la presunzione di voler risolvere tutto da solo corre proprio il rischio di rimanere solo alla fine».