Diversi amici da più parti d’Italia, ma anche da Altamura e Maglie, mi fanno notare che nella canzone di Fedez Tutto il contrario del 2011, ad un certo punto il cantante dice: «Non è vero che hanno ucciso Aldo Moro. Aveva solo la camicia sporca di pomodoro».
Fedez non rientra tra i miei cantanti preferiti. Ritengo che l’arte, quale che sia, debba essere libera e creativa. L’arte ha un limite. Il rispetto della verità storica e del dolore procurato ingiustamente a chi è rimasto vittima di omicidio.
Citare Aldo Moro, vittima di una sanguinosa stagione di terrorismo e non solo, dicendo che non è vero che è stato ucciso e che la camicia era sporca di pomodoro è un insulto a tutte le vittime che la Repubblica ha pagato per difendere la libertà e la democrazia. La libertà che consente a Fedez di cantare idiozie come questa.
Vada Fedez a vedere la Renault 4 rossa, conservata dalla Polizia di Stato. Forse di fronte a quella Renault, che ha custodito il cadavere della vittima più illustre del terrorismo, la sua canzone muterebbe, acquisendo rispetto per la vita umana. La Renault, il cui proprietario Filippo Bartoli, fu ingiustamente arrestato il 9 maggio 1978, nonostante avesse denunciato il furto dell’auto due mesi prima, rappresenta l’ecatombe della Repubblica che non ha voluto salvare uno dei suoi figli migliori, sul principio della Ragion di Stato.
La Renault è come la Pietà di Michelangelo, con Aldo Moro che è Cristo Morto.
Capisco che Fedez è nato nel 1989. Troppo giovane per aver vissuto la stagione del terrorismo. Nel suo curriculum dichiara di avere tra i suoi avi il brigante lucano Ninco Nanco di Avigliano. Rispetto.
Fedez non ha però nessun diritto di essere blasfemo verso Aldo Moro ed i tanti che hanno perso la vita in quella stagione infame. Ha, invece, il dovere di studiare quando scrive i testi delle sue canzoni ed ha anche il dovere di rispettare la sacralità della vita umana.
La camicia sporca di pomodoro? Fedez studi l’autopsia di Moro. Verificherà che è stato sparato, a poca distanza dal corpo, con una mitraglietta, usando la tecnica della «rosada». Dodici colpi intorno al cuore con una agonia di oltre trenta minuti. Quello che poi è successo con l’autopsia, se vuole Fedez, lo vada a verificare.
Troppo complicato spiegarlo ad una persona spregiudicata che non ha alcun rispetto per la vita e per il dolore altrui.