Concluse le autopsie sui corpi di madre e figlio, si attendono gli esiti degli esami istologici e anatomopatologici per capire meglio le modalità della morte.
Il medico legale Alberto Tortorella, incaricato dal pubblico ministero Erika Masetti, ha concluso nella tarda serata di ieri le autopsie sulle salme del piccolo Elia Perrone, il bambino di 8 anni trovato morto in casa a Calimera, e della madre Najoua Minniti, di 36 anni, trovata cadavere in mare a Torre Sant'Andrea di Melendugno il 18 novembre scorso. L'auto della donna, una Lancia Y, è stata estratta ieri dai fondali di Roca Vecchia.
Le relazioni sulle autopsie (dovrebbero essere confermate la morte per annegamento della madre e per soffocamento del bambino) saranno consegnate in procura non appena usciranno i referti dal laboratorio sui campioni prelevati. Intanto la comunità di Calimera si prepara al lutto.
Il momento più straziante è stato quello del passaggio in ospedale della piccola bara bianca con il corpicino di Elia, accompagnato dal disperato silenzio del padre Fabio.
"Non è più il tempo delle domande e neanche la ricerca delle risposte - la riflessione del cappellano dell'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce, don Gianni Mattia - è il momento degli abbracci silenziosi, della preghiera calda e consolante, in un cuore che si ghiaccia ogni momento sempre di più. Guardi quel piccolo senza capire, senza pronunciare nessun giudizio perché non siamo nessuno, ma ora dobbiamo solo pregare e abbracciare quel padre, che trovi la forza nel dolore così lancinante di ricominciare a credere, ad amare e sperare".
















