Lunedì 24 Novembre 2025 | 18:13

Violenza contro le donne: gettiamo i semi nelle scuole di un nuovo patto tra i sessi

Violenza contro le donne: gettiamo i semi nelle scuole di un nuovo patto tra i sessi

 
Loredana Perla

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Loredana Perla

Violenza contro le donne: gettiamo i semi nelle scuole di un nuovo patto tra i sessi

Il 25 novembre ricorrerà la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e il miglior modo per celebrarla potrebbe essere quello di posare l’attenzione, nelle aule e fuori dalle aule, sulla parola «rispetto»

Lunedì 24 Novembre 2025, 14:00

Il 25 novembre ricorrerà la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e il miglior modo per celebrarla potrebbe essere quello di posare l’attenzione, nelle aule e fuori dalle aule, sulla parola «rispetto». Rispetto è un tema fondamentale della nostra Costituzione al cui interno si colloca il rispetto verso la donna e la sua libertà, dignità, sicurezza. E tuttavia, a leggere le parole ostili, vessatorie e sprezzanti, che viaggiano quotidianamente su chat e social verso l’universo femminile, per non parlare dei femminicidi, non si può dire che il rispetto verso la donna sia transitato dal piano nobile della Carta Costituzionale all’esperienza sociale collettiva. Bisogna «lavorarci» culturalmente.

Cominciando dalla famiglia, luogo del primo imprinting del concetto di «confine», strettamente annodato a quello di rispetto. Per gli antichi Greci non rispettare i confini produceva rottura dell’armonia dei rapporti ed era considerato un atto di tracotanza (hýbris) da punire senza pietà. A ricordare che il rispetto è una virtù che dovrebbe sempre guidare le relazioni sociali: rispettare l’altro è anzitutto un atto di cura, di «osservanza» dell’altro.

Fateci caso: «rispetto» delle leggi e «osservanza» delle leggi sono usati come sinonimi.

Sarebbe interessante approfondirne in aula, con gli studenti, le molteplici connessioni.

Il significato greco della parola «rispetto» fa poi oggi il paio con la riflessione sul «limite» di un sociologo inglese, Frank Furedi, autore di un libro di cui consiglio vivamente la lettura alle mamme e ai papà: «I confini contano», edito da Meltemi, 2021. Furedi scrive che si impara il rispetto attraverso la comprensione del significato di «confine». Lavoro che i genitori svolgeranno nelle epoche d’oro dello sviluppo morale del bambino. Gli insegnanti, a loro volta, continueranno l’azione di consolidamento e crescita della cultura del rispetto.

A tal proposito forse non tutti sanno che il «rispetto verso la donna» è diventato un obiettivo di apprendimento inserito per la prima volta in documenti programmatici fondamentali della scuola quali le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica e le Nuove Indicazioni per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo.

In queste ultime c’è un capitolo inedito dedicato al tema intitolato «Scuola che educa alle relazioni, all’empatia e al rispetto della persona». Vi è scritto che il contrasto alla violenza di genere è diventato l’obiettivo di un profondo lavoro educativo e preventivo che innerverà i curricola delle scuole di ogni ordine e grado. Tutto questo in passato non c’era. E adesso c’è.

Per educare bambine e bambini ad onorare la memoria di Patria, Maria Teresa e Minerva Mirabal. E per gettare i semi, sin dalla scuola, della costruzione di un nuovo patto fra sessi.

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