Sabato 06 Settembre 2025 | 02:59

Film Commission, quanti soldi sottratti al sociale

 
Ettore Jorio

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Ettore Jorio

Cinema: 3 mln di euro per nuovo bando Apulia Film Commission

Attraverso queste iniziative, peraltro messe in mano dai decisori politici a soggetti che a definirli inadeguati si usa nei loro riguardi una grande cortesia, si consumano quotidianamente persino reati, con evidenti amministrazioni esercitate in conclamato conflitto di interesse

Venerdì 20 Giugno 2025, 13:29

Un Paese che non riesce a garantire alla parte più debole della Nazione il diritto alla salute, quello alla casa, quello al lavoro, quello all’assistenza sociale, quello a godere di una scuola dignitosa ha visto, di contro, proliferare le cosiddette Film Commission. Lo hanno fatto per lo più in regime giuridico delle fondazioni, più facili ad essere amministrate «in via privata» e con meno controlli istituzionali. Queste anomale «case cinematografiche» sono diventate le reiterate invenzioni delle Regioni, finanche da parte di quelle incapaci di garantire da decenni una sanità accettabile, a tal punto da non essere neppure percepibile dalle loro collettività. Decisioni, queste, messe a terra con incoscienza assoluta peraltro nel momento meno favorevole: quello della crisi del cinema e del cortometraggio in generale.

Ma la politica insediatasi sugli scranni regionali, senza distinzione di appartenenza, ha messo su i propri carrozzoni, buttando via i quattrini, ma tanti. Addirittura investendo in mega strutture acquatiche tanto da lasciarle immaginare come funzionali a riesumare i successi di Sean Connery nei diversi 007, magari in compagnia della splendida Ursula Andress nelle sembianze di una sirena coperta di salsedine.

Così non sarà, di certo. Nel frattempo, si sono registrati - da parte dei coinvolti nell’amministrazione nelle iniziative a diverso titolo - attacchi spregiudicati alla diligenza, tanto da consentire godimenti di commesse produttive finanche dell’ira di Dio e inutili e massive occupazioni clientelari di soggetti sine titulo. Al riguardo, la Corte dei conti avrebbe dovuto, da tempo e ovunque, togliersi gli occhiali da sole ovvero, meglio, inforcare quelle dei non vedenti. Ciò sia al nord che al sud passando per il centro e le isole.

Attraverso queste iniziative, peraltro messe in mano dai decisori politici a soggetti che a definirli inadeguati si usa nei loro riguardi una grande cortesia, si consumano quotidianamente persino reati, con evidenti amministrazioni esercitate in conclamato conflitto di interesse. Quanto al prodotto industriale, si organizzano prevalentemente: eventi appositi a tutto vantaggio di chi poi li realizza; capodanni festeggiatissimi, che lasciano divertire per qualche ora e patire un anno intero per il denaro distratto in tale senso; appalti riconducibili a taluni sin dalle loro ideazioni.

Nella Puglia, che peraltro è regione esperta a livello di cura della propria immagine, è venuta fuori la denuncia politica del consolidarsi di pratiche realizzate, di frequente, dalla Film Commission pugliese in evidente conflitto di interessi. Una pratica rintracciabile ovunque, segnatamente biasimevole.

D’altronde gli enormi finanziamenti dedicati alle Film Commission, piuttosto che essere messi in ambito socioassistenziale dedicato ai deboli, vengono poi dalle stesse Fondazioni ripartiti a loro puro e libero piacimento. Siffatti benefici finanziari, sottratti a cose molto più serie e riverenti, vengono pertanto goduti a mano libera tra chi organizza gli eventi (spesso disegnati e cuciti su misura in favore dei medesimi) e le nutrite dipendenze/consulenze che arricchiscono la numerosa clientela, con destinazione lavorativa caratterizzata dalla inutilità assoluta.

Concludo, ricordando un vecchio signore, tra i principi della commedia all’italiana, che ricordava di frequente la storiella della gatta e del lardo divenuta poi claudicante, dal medesimo dedicata ai suoi antagonisti usurpatori. A proposito, di un tale argomento necessiterebbe una maggiore attenzione delle magistratura tutta, quale strumento ortopedico atto alle necessarie amputazioni (rectius, di chi non ha rispetto del denaro pubblico).

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