Mercoledì 03 Dicembre 2025 | 09:47

Si parla alle curve e la risposta ai partiti è l’astensionismo

Si parla alle curve e la risposta ai partiti è l’astensionismo

 
Rosario A. Polizzi e Camilla Sodano

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Rosario A. Polizzi e Camilla Sodano

L’astensionismo si combatte con le preferenze

Nell’attuale tornata elettorale, è innegabile che ci siamo trovati a vivere in una dimensione che non conoscevamo prima: il silenzio-assenso politico

Martedì 02 Dicembre 2025, 13:33

Nell’attuale tornata elettorale, è innegabile che ci siamo trovati a vivere in una dimensione che non conoscevamo prima: il silenzio-assenso politico. Ciò che emerge da questo scenario è una desolazione evidente: quanto accaduto sia a destra che a sinistra rivela come ogni schieramento si rivolga soprattutto alle proprie «curve», dimenticando che lo stadio resta deserto. E così, alla fine, spalti vuoti e formazioni inesistenti.

Le organizzazioni partitiche, che un tempo rappresentavano autentici contenitori culturali del nostro sistema, appaiono incapaci di rinnovarsi e di ricostruire il legame con cittadini e territori. In questo contesto emergono figure insolite, prive di reale leadership, a causa della scarsa partecipazione al voto. Ma da dove nasce questo universo, segnato da una forte componente clientelare, che ripropone vecchie problematiche sempre elencate e mai risolte? In questa dimensione si muovono personaggi lontani e disconnessi dalle esigenze concrete della società.

La situazione mette in luce una crisi di rappresentanza che accentua la distanza dai territori, salvo in un ristretto ambito fidelizzato con modalità differenti. E allora? Dove possiamo individuare coloro che «riflettono»: professionisti, accademici ed esperti che collaborano per condurre ricerche, elaborare proposte e orientare il dibattito pubblico? Non esiste un’unica figura standard, ma diversi ruoli che contribuiscono al funzionamento di quell’ampio universo (il 60%), espressione delle realizzazioni dell’intelligenza artificiale. Tutto ciò procede a un ritmo diverso, eccellendo nelle logiche imposte dalla tecnologia. Avvolti in una fitta nebbia culturale, si allontanano ulteriormente dalla rappresentanza genuina, ampliando il divario tra cittadini e leadership. Questo mondo, formato da chi è consapevole di poter ottenere ciò che desidera, si dirige verso un Sovranismo Possibile.

Si materializza così un’alternativa verso un futuro in cui le persone credono in qualcosa solo se hanno chiaro cosa e perché. L’opportunità di ricostruire relazioni sane tra cittadini e classe dirigente, tra idee e azioni, diventa essenziale per dare senso a un’epoca nuova che sembra chiudere un ciclo ormai esaurito.

In conclusione, le ultime elezioni, segnate dal forte astensionismo, hanno riportato a galla contraddizioni che rischiano di restare intrappolate in una realtà sempre più surreale. Per ristabilire il legame con la società, è indispensabile che partiti e movimenti politici riscoprano il valore del dialogo e della rappresentanza. Solo così si eviterà di diventare protagonisti di una storia senza spettatori. Tuttavia, mentre ci interroghiamo su chi sarà l’Assessore, dobbiamo riflettere su chi e per quale scopo opererà davvero questo amministratore privo di territorio. Con stadi e urne vuoti, se si prosegue su questa strada, la legittimità del sistema politico sarà inevitabilmente ridotta.

Un’ulteriore riflessione cruciale è che i cittadini, sentendosi trascurati e privi di rappresentanza, potrebbero decidere di non partecipare più alle consultazioni, compromettendo la validità dell’intero sistema. Questa tendenza avrebbe conseguenze profonde e durature, minando la stabilità democratica e il benessere collettivo. È un passaggio decisivo: il futuro della nostra democrazia dipende dalla capacità di ristabilire un dialogo autentico e significativo tra chi governa e chi è governato. Solo attraverso un impegno rinnovato verso una rappresentanza inclusiva e reale potremo sperare di uscire da questo surreale limbo politico.

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