Sabato 06 Settembre 2025 | 19:56

Il disastroAir India e il cammino silente del passeggero che resta

 
Chicca Maralfa

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Chicca Maralfa

Il disastroAir India e il cammino silente del passeggero che resta

Un solo uomo è uscito vivo dalle lamiere in fiamme: Vishwash Kumar Ramesh. Le immagini lo mostrano mentre si allontana da quel rogo, quasi incredulo di essere ancora al mondo

Domenica 15 Giugno 2025, 14:00

Nel cielo di Ahmedabad, il volo Air India 171 è caduto appena dopo il decollo. Più di 240 vite spente in pochi istanti, decine di vittime a terra. Un solo uomo è uscito vivo dalle lamiere in fiamme: Vishwash Kumar Ramesh. Le immagini lo mostrano mentre si allontana da quel rogo, quasi incredulo di essere ancora al mondo.

Il suo cammino silenzioso evoca un’altra storia, letteraria, ma paradossalmente vicina: The Passenger di Cormac McCarthy. Nella vicenda narrata, Bobby Western è un sommozzatore che esplora relitti a decine di metri sott’acqua. Il suo ritrovamento: un aereo sommerso, passeggeri immobili nelle poltrone, ma con la misteriosa sparizione di un decimo uomo e la scatola nera mancante. Da qui si apre un enigma che lo trascinerà lungo precipizi interiori ed esistenziali. Non diversamente, Ramesh emerge dal rogo di Ahmedabad, un enigma vivente, una presenza-sopravvissuto che rompe l’annientamento collettivo.

McCarthy intreccia nel suo romanzo la scienza, la fede, la memoria e la responsabilità morale. Come in Stella Maris, romanzo gemello de Il passeggero, Bobby Western e sua sorella Alicia sono figli di uno scienziato realmente coinvolto nel Progetto Manhattan, il programma che durante la Seconda Guerra Mondiale sviluppò la bomba atomica. Oppenheimer, dopo il Trinity Test, pronunciò le parole che ancora risuonano: '«Ora sono diventato Morte, il distruttore di mondi».

L’altra notte Israele ha colpito obiettivi nucleari e militari in Iran - tra cui il sito di arricchimento di Natanz - uccidendo alti generali e scienziati nucleari. Le esplosioni a Teheran risuonano come un’eco che richiama il terribile potere della bomba atomica, lo stesso che Oppenheimer e il Progetto Manhattan incarnarono.

Il passeggero che resta, allora, acquisisce un ruolo simbolico che si fa anche avvertimento: l’uomo costruisce voli, bombe, centrali. E dietro ogni impresa si nasconde un abisso. Ramesh, come Bobby West­ern, avanza silenzioso, carico di un senso: resistere, ricordare, testimoniare ciò che la violenza ci impone di non dimenticare.

La domanda da evadere, dopo quella di come sia potuto accadere un simile disastro, è cosa significhi sopravvivere. Come il protagonista di McCarthy, Ramesh si ritrova superstite e testimone. La sua esistenza ora è marchiata da un interrogativo insondabile: perché lui? Nel romanzo, come nell’attualità, la scienza, la colpa, il destino si fondono in un intreccio in cui l’essere umano, pur costruendo le proprie meraviglie ma talvolta anche i suoi ingegnosi strumenti di morte, resta fragile di fronte all’imponderabile. Il passeggero Ramesh porta sulle spalle più della propria vita il peso di chi non c’è più, il dovere del ricordo, il confronto quotidiano con l’assurdo. Camminare lontano dalle fiamme è solo l’inizio.

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