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È agghiacciante dover barattare le dimissioni con la libertà, ma gli imputati non vanno «sputtanati»

 
Enrico Costa

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Enrico Costa

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È meglio che un giudice arresti una persona e la interroghi stato di detenzione, dopo 3 o 4 giorni di carcere, o che le stesse domande gliele ponga prima di togliergli la libertà, decidendo all’esito di quel confronto se confermare o meno la sua decisione in ordine alla custodia cautelare?

Venerdì 13 Giugno 2025, 14:00

Con questo intervento il deputato Enrico Costa (Forza Italia) risponde al commento di ieri di Massimiliano Scagliarini («Con la riforma “sputtanamento” raddoppiato») sulla nuova disposizione del codice di procedura penale che ha introdotto l’interrogatorio preventivo e sulla norma (proposta da Costa) che dispone il divieto di pubblicazione integrale delle ordinanze di custodia cautelare.

È meglio che un giudice arresti una persona e la interroghi stato di detenzione, dopo 3 o 4 giorni di carcere, o che le stesse domande gliele ponga prima di togliergli la libertà, decidendo all’esito di quel confronto se confermare o meno la sua decisione in ordine alla custodia cautelare?

Sarebbe una domanda retorica, e non sarebbe necessario sottolineare come un solo giorno in carcere, ma anche ai domiciliari, segni la vita di una persona, come le ingiuste detenzioni siano all’ordine del giorno, come gli abusi di custodia cautelare non siano isolati, se non vi fosse chi, come il dottor Scagliarini, ritiene dannosa la riforma sull’interrogatorio preventivo.

Dannosa non, come sostengono i 5 Stelle, perché nel frattempo l’indagato potrebbe intimidire i testimoni, ma perché la norma esporrebbe per giorni e giorni (prima dell’interrogatorio e della decisione del Gip) l’interessato ad una gogna mediatica. Norma poco garantista, quindi.

Sul tema del marketing giudiziario, attuato prima, durante e dopo gli arresti, mi trovo d’accordo.

Ma è preferibile, per chi si professa innocente ricevere un’ordinanza di centinaia di pagine, sbattuta sui giornali per filo e per segno, e finire dentro prima di potersi spiegare, o rispondere al Gip a piede libero? Io non ho dubbi.

Ciò che conta è che i media, tra i quali anche giornale sul quale scrive il dottor Scagliarini, si astengano dal partecipare ad un processo di piazza su atti unilaterali provenienti dall’accusa, durante tutto il tempo delle indagini, perché in quella fase le ricostruzioni che fuoriescono dalle Procure sono parziali e unilaterali, con la difesa che ancora non ha toccato palla.

Per questo rivendico la paternità della norma (regolarmente elusa senza che nessuno muova un dito per contestarlo) che impedisce la pubblicazione dalla A alla Z delle ordinanze cautelari. Perché queste sono un prodotto che può essere smentito e ribaltato e possono creare una ferita che un’assoluzione non rimargina.

P.S.: Ritengo che pretendere le dimissioni di un eletto in cambio della libertà sia agghiacciante, tanto in Liguria, quanto in Puglia.

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