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Non solo i dazi di Trump, il dramma sono i «no» della Puglia autolesionista

Non solo i dazi di Trump, il dramma sono i «no» della Puglia autolesionista

 
lino patruno

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lino patruno

Non solo i dazi di Trump, il dramma sono i «no» della Puglia autolesionista

Perché è un momento in cui andare controcorrente è un atto di coraggio che bisognava sostenere invece di ostacolare? Perché?

Venerdì 11 Aprile 2025, 13:23

Cosa c’entra una pista automobilistica con i dazi di Trump? C’entra, c’entra. La pista è il circuito di Nardò che la Porsche usa come centro di collaudo delle sue auto. E che voleva ammodernare e allargare con un investimento di 450 milioni. Cioè il più alto visto in regione negli ultimi anni. E un’operazione industriale che avrebbe influito sull’economia pugliese nei prossimi decenni. Ma investimento cui la Porsche ha rinunciato. Perché? Perché è un momento in cui parlare di auto è come celebrare un funerale? Perché è un momento in cui la rigidità europea a favore delle auto elettriche (e contro il surriscaldamento atmosferico) sta piegando tutto il settore impreparato al cambiamento? Perché è il momento in cui l’incertezza su cosa avverrà fa rinunciare all’acquisto di auto perché nessuno vuole sbagliare? Perché questa incertezza sta mettendo in crisi anche l’automotive e tutto il loro lavoro in Puglia? Perché è un momento in cui andare controcorrente è un atto di coraggio che bisognava sostenere invece di ostacolare? Perché?

Investimento cancellato anzitutto per l’opposizione degli ambientalisti che, con tutto il rispetto, vedono il diavolo ogni volta che una foglia si muove. Se lo dici, sei un nemico dell’ambiente da lapidare come un eretico. In gioco era il bosco dell’Arneo, 200 ettari che, attenzione, avevano evitato finora incidenti di percorso tipo improbabili incendi da autocombustione. Motivo? Proprio l’essere inglobato nell’impianto che ne è stato più l’amorevole custode che il dannoso vicino di casa. Bosco che con l’allargamento si sarebbe allargato anch’esso fino a 500 ettari di alberi e vegetazione. E soprattutto, con la stessa protezione. Chiaro che sapere di un filo d’erba protetto da industriali dia l’idea della volpe nel pollaio. Inesorabile come una sentenza.

Ma investimento cancellato non da meno per il traccheggiamento dell’Europa, un passo in avanti e uno indietro come i «Perdune» di Taranto. Non avendo avuto neanche la Regione una posizione lineare come un raggio laser. La conclusione è stata la rinuncia della Porsche. E la rinuncia a ciò che quell’investimento sarebbe significato. Cioè posti di lavoro oggi più ricercati del sacro Graal dei templari. E grandi arrivi in Puglia. E non solo collaudatori anche di altre case automobilistiche, ma di tutto quanto si sarebbero portato appresso. Vuoi che uno veda la bellezza del Salento e non ne faccia un tam tam non solo familiare? Con alberghi, e ristoranti, e spiagge. E, perché no, case per l’eterno richiamo del Sud. Insomma, movimento che crea movimento. E sviluppo, se non sembra una bestemmia.

Sì, ma che c’entra Trump? Nessuno gli vuole attribuire la responsabilità di tutti i mali, anche se lui si sforza. Ma nel momento in cui i suoi dazi (seppur sospesi) sono più pericolosi di una iniezione letale, ci si può solo lamentare? Si può fare da un lato il pianto greco e dall’altro rinunciare a una vaccinazione contro i suoi danni, come un investimento (e di quel livello) sarebbe potuto essere? Per fortuna ci sono in Puglia imprenditori tenaci come l’ulivo, quello capace di vivere con un pugno di terra e con un goccio d’acqua. Così senti l’esportatore di olio d’oliva negli Stati Uniti dire: a quelle condizioni no, troveremo altri mercati (e poveri consumatori americani cui Trump sottrae il piacere di un olio così). E leggi del salentino produttore di stivali da equitazione ricercati in tutto il mondo dire a sua volta: ci stringeremo un po’, ma alla difficoltà non cederemo.

Il «no» a Nardò non può far dimenticare anche tutta la sfilza di «no» che hanno costellato la campagna contro la Xylella, che conquistava territori quanto più chi doveva combatterla conquistava applausi dai negazionisti o dagli indecisi a tutto. Così la marcia trionfale della Xylella è arrivata fino alle porte di Bari, fra risentimenti, rimpianti e fondi arrivati sempre in ritardo. Ma anche con reimpianti che ancora una volta sono stati il meglio Sud e la meglio Puglia che rimedia più che strapparsi le vesti. E chiudiamo una pagina pietosa sulla famosa Tap, il gasdotto che avrebbe dovuto desertificare il mare del Salento e per fortuna ha desertificato solo l’estremismo dei sacerdoti del «no» a tutto. Con la perdita delle giuste compensazioni che si potevano ottenere, subito bollate come compromissione con Satana. Ora quel gasdotto raddoppia, con le per abitazioni che per fortuna non ghiacciano e col mare del Salento più bello (e incontaminato) di sempre. In effetti anche in questo Trump non c’entra. Ma purtroppo i dazi che si è autoinflitta la Puglia hanno (penosamente) anticipato i suoi.

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