I dazi imposti dall’amministrazione Trump, specialmente tra il 2018 e il 2020, avevano sollevato un vespaio, di conseguenza, avevano suscitato dibattiti accesi e controversie, sia negli Stati Uniti che a livello internazionale, in specie in Europa. A maggior ragione, i dazi del 2 aprile 2025, in cui negli Usa si festeggia il «Liberation Day», ha creato l’incredibile sul piano mondiale.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’introduzione di dazi generalizzati del 10% su tutte le importazioni, con tariffe più elevate per specifiche nazioni, tra cui un aumento del 20% sui prodotti Ue. In verità, di gran lunga la più colpita è la Cina, ma, in tempi brevi, tenta di inserirsi nel mercato finanziario Ue. In risposta, l’Unione Europea ha espresso una inedita e forte opposizione alla guerra commerciale scatenata da Trump. Da una parte, Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha dichiarato che queste misure rappresentano «un duro colpo per l’economia mondiale» e ha annunciato che l’Ue è pronta a rispondere con contromisure adeguate. Dall’altra, Emmanuel Macron, presidente francese, ha definito i dazi «brutali e infondati» e ha suggerito la possibilità di sospendere gli investimenti francesi negli Stati Uniti come forma di ritorsione.
Nelle specifico la presidente Meloni getta acqua sul fuoco: «L’introduzione da parte degli Usa di dazi verso l’Unione Europea è una misura che considero sbagliata e che non conviene a nessuna delle parti. Faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l’Occidente a favore di altri attori globali. In ogni caso, come sempre, agiremo nell’interesse dell’Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei». Speriamo che la saggezza sia come il volo della civetta di Minerva.
Intanto, a Wall Street sono andati in fumo 2 mila miliardi di dollari. Crollo su tutti i mercati, non esclusa Piazza affari - meno 3,6%-. L’Unione Europea sta valutando diverse azioni in risposta ai dazi. Tassazione dei servizi digitali: considerazione di una tassa sui servizi digitali che potrebbe colpire grandi aziende tecnologiche americane operanti in Europa. Focus su Stati americani chiave: alcuni leader europei propongono di mirare le contromisure verso Stati americani a guida repubblicana e settori strategici per aumentare la pressione politica su Washington.
Alla luce dei dazi trumpiani, quali sono le implicazioni economiche in Europa, in concreto? Gli analisti avvertono che una guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea potrebbe avere conseguenze negative significative, tra cui: tariffe su prodotti americani; imposizione di dazi su beni statunitensi per un valore di circa 28 miliardi di dollari, colpendo settori come l’acciaio, l’alluminio, gli elettrodomestici e i prodotti agricoli. Per finire, che una guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea potrebbe avere conseguenze peggiorative significative, tra cui l’aumento dei prezzi al consumo. I dazi potrebbero portare a un incremento dei costi per i consumatori su entrambe le sponde dell’Atlantico. Rallentamento della crescita economica: le tensioni commerciali potrebbero frenare l’espansione economica globale.
Quella globalizzazione voluta dalla Casa Bianca e da Wall Street adesso è in ritirata, dando spazio al protezionismo. Instabilità dei mercati finanziari: le borse hanno già mostrato segni di volatilità in seguito all’annuncio dei dazi. In sintesi, le misure tariffe adottate dall’amministrazione Trump è presto per giudicare l’effetto che fa. Attendiamo!