Sabato 06 Settembre 2025 | 17:55

Così era Vito Maurogiovanni: un ricordo tra i profumi della campagna e dei libri

 
Vito Leccese

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Vito Leccese

Così era Vito Maurogiovanni: un ricordo tra i profumi della campagna e dei libri

Ha raccontato Bari e la sua gente come nessun altro, recuperando la complessità e la ricchezza del nostro dialetto fino a consegnarlo a una nuova dignità letteraria

Venerdì 27 Dicembre 2024, 12:30

Il 27 dicembre di cento anni fa nasceva Vito Maurogiovanni, testimone e interprete della cultura e delle tradizioni della nostra città.

Ha raccontato Bari e la sua gente come nessun altro, recuperando la complessità e la ricchezza del nostro dialetto fino a consegnarlo a una nuova dignità letteraria. Nell’intramontabile «Jarche Vasce», messo in scena anche a New York, descrive dalla prospettiva dell’Arco basso, di fronte al Castello, la vita degli abitanti di Bari vecchia con la loro autenticità e la loro umanità, contesa tra gioia e dolore, tra povertà e scaltrezza.

Ma per me Vito Maurogiovanni è soprattutto il ricordo della mia infanzia. Sento ancora l’odore della campagna e il profumo della carta dei libri. In via Cancello Rotto, alla periferia della città, agli inizi degli anni ’70, i cortili delle palazzine di cooperativa erano gli unici luoghi di socializzazione. Allora il susseguirsi dei cortili finiva in un luogo dalle atmosfere magiche. Il parco di due ville gentilizie, quella dei Laterza, dove durante il Ventennio attorno a Benedetto Croce si riunivano giovani studiosi, poi protagonisti delle fasi di liberazione dall'Italia fascista, e quella dei Messeni Petruzzelli, dove una leggenda racconta di un incontro del re in fuga verso Brindisi a settembre del 1943.

Un mondo isolato dal resto ma unito, ricco di umanità e sentimenti: era quello il mondo di noi bambini. Il cortile e il pianerottolo. Una famiglia allargata. I giochi semplici, la campana e la palla rilanciata, il nascondino e le prime passioni furtive, gli schiamazzi e la controra obbligatoria.

Eppoi la luce, sempre accesa, dello studio di Vito Maurogiovanni, stracolmo di libri e di cultura, che su quei cortili si affacciava. In quell'atmosfera siamo cresciuti e ci siamo formati, guardando quelle finestre sempre accese senza sapere che quella luce accompagnava la scrittura di poesie, partiture teatrali e articoli che sono diventati parte integrante della nostra storia.

A cento anni dalla sua nascita, oggi rendiamo omaggio a Vito Maurogiovanni, che della cultura e delle tradizioni baresi è stato forse l'interprete più luminoso.

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