Sabato 06 Settembre 2025 | 14:40

Gli strafalcioni della politica sui migranti, il diritto europeo prevale sulle norme nazionali

 
Ennio Triggiani

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Ennio Triggiani

barcone di migranti

Ci si aspetta che gli organi di informazione coinvolgano personalità che, indipendentemente da simpatie politiche, non stravolgano la verità

Domenica 03 Novembre 2024, 14:46

Nel 1962 lo scrittore francese Jean Charles, spulciando nei quaderni degli scolari, mise insieme un brillante campionario di involontarie facezie ed errori nei compiti in classe (La foire aux Cancres). Il risultato è stato molto divertente, ma lo sarebbe molto meno se oggi si raccogliessero inesattezze e strafalcioni detti o scritti non da giovani studenti ma da molti esponenti politici e istituzionali a proposito del rapporto tra diritto dell’Unione europea e diritto nazionale.

Persino l’Avvocatura dello Stato, nel ricorso depositato il 24 ottobre a nome del Ministero dell’Interno rispetto all’ordinanza del Tribunale di Roma sul provvedimento del trattenimento in Albania di alcuni immigrati, è incorsa, senza che ciò intacchi il merito, in una banale disattenzione. Ha infatti riferito che la pronuncia pregiudiziale della Corte di giustizia UE del 4 ottobre scorso sugli Stati sicuri era stata sollevata dall’autorità giudiziaria moldava, potere invece concesso solo a quelle degli Stati membri. L’equivoco si è prodotto perché l’immigrato in questione era cittadino della Moldavia, ma l’autorità giudiziaria era quella della Repubblica ceca.

Certo, attendiamo quanto affermerà la Cassazione in ordine a tale ricorso (l’udienza è fissata per il 4 dicembre) ma è molto singolare che il dibattito in questione abbia visto in campo quasi sempre docenti appartenenti a qualsiasi settore dell’ambito scientifico tranne, guarda caso, proprio coloro che sarebbero i principali esperti: si tratta, cioè, dei docenti universitari dell’apposito settore scientifico disciplinare, il diritto dell’Unione europea, materia peraltro obbligatoria in gran parte dei corsi di laurea in Giurisprudenza e Scienze politiche (ma non solo).

Eppure, esiste un’importante Associazione di tali studiosi, l’AISDUE, che raccoglie la quasi totalità degli stessi (e molti prestigiosi), fondata dal rimpianto prof. Giuseppe Tesauro ed attualmente presieduta autorevolmente dal prof. Antonio Tizzano già giudice della Corte di giustizia.

Pertanto, l’AISDUE è stata costretta ad approvare un documento in cui, manifestando profonda preoccupazione per il diffondersi delle gravi inesattezze di cui si è detto, ha riaffermato con forza che «Il principio del primato del diritto dell’Unione europea sul diritto nazionale è acquisito da circa 70 anni ed è stato riconosciuto anche dalla nostra Corte costituzionale. Tale principio, volto a garantire che i cittadini europei siano tutelati allo stesso modo in tutti i Paesi dell’Unione stessa, comporta l’obbligo a carico delle autorità nazionali, incluse quelle giurisdizionali, di interpretare le norme interne, se possibile, in conformità al diritto dell’Unione, e, in caso contrario, di «disapplicare» il diritto nazionale incompatibile, anche se si tratta di leggi successive alle norme dell’Unione. Collegato a tale principio, è il monopolio riservato alla Corte di giustizia di assicurare l’interpretazione del diritto dell’Unione, per modo che le sue sentenze obbligano il giudice nazionale ad attenersi a tale interpretazione».

L’Associazione non ha, poi, mancato di sottolineare che tali inaccettabili posizioni «dovute forse al difficile e concitato contesto in cui sono state formulate, rischiano di nuocere al ruolo dell’Italia in Europa e mettono in crisi la stessa partecipazione del nostro Paese al processo di integrazione europea, fondato sugli artt. 11 e 117 della Costituzione e su una prassi ormai settantennale».

Purtroppo, il dibattito politico tende sempre più a degenerare in scontro tra fazioni nel quale, pur di sostenere la propria parte politica, spesso non si ha la minima decenza di cercare di ancorarsi con serietà alla realtà dei fatti, materiali o giuridici, finendo per prendere in giro i cittadini. Il che costituisce un gravissimo attentato alla democrazia.

Esempio di tale colpevole faciloneria sono i nuovi tentativi, dei quali è protagonista soprattutto la Lega, di intervenire sulla Costituzione per sancire la prevalenza del diritto nazionale su quello europeo. Ora, senza essere dei raffinati giuristi, è sufficiente il comune buon senso per comprendere che, se ogni Stato membro potesse legiferare per proprio conto, verrebbe meno la stessa possibilità di esistenza dell’Unione europea. Sarebbe allora preferibile, per onestà intellettuale, proporre la «Italexit», un’operazione tuttavia tutt’altro che agevole dopo il Covid e i robusti finanziamenti ricevuti dalla UE, in parte a titolo gratuito, nonché dopo l’infelice (per i britannici) esperienza della Brexit.

Ci si aspetta, quindi, che gli organi di informazione coinvolgano personalità che, indipendentemente da simpatie politiche, non stravolgano la verità e mettano al servizio di un dibattito complesso le proprie effettive competenze.

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