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Fitto, la prova degli esami per un ruolo di peso passa dagli equilibrismi Ue

 
Biagio Marzo

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Biagio Marzo

Fitto, la prova degli esami per un ruolo di peso passa dagli equilibrismi Ue

Per Raffaele Fitto, gli esami non finiscono mai. Il primo esame, di cui molti diffidavano che lo superasse, fu quando ebbe l’incarico della gestione del Pnnr

Domenica 15 Settembre 2024, 13:20

Per Raffaele Fitto, gli esami non finiscono mai. Il primo esame, di cui molti diffidavano che lo superasse, fu quando ebbe l’incarico della gestione del Pnnr. Senz’altro l’opposizione, lo criticò per la gestione maldestra delle risorse, ragion per cui, l’Anci, con il suo presidente, Antonio Decaro, apri uno scontro molto duro per lo spostamento dal Pnnr di 13 miliardi dei comuni. Dopo il braccio di ferro, Decaro e Fitto trovarono la soluzione idonea per il finanziamento ai comuni.

Vale la pena ricordare, altresì, l’esposto denuncia presentato da De Luca, presidente della Regione Campania, contro il ministro Fitto, in relazione al blocco del Fondi di sviluppo e coesione, destinati al Sud. E, dopo, il batti e il ribatti, De Luca e Fitto sistemarono nel miglior modo possibile il diverbio. Anche il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, si aggiunse al coro guidato da De Luca e dagli amministratori territoriali, in polemica, sempre per i ritardi, nello sblocco dei fondi FSC. Alla fine, tutti andarono d’amore d’accordo. Sennonché, l’esame che, Raffaele Fitto, sosterrà per essere promosso Commissario Ue, sarà il più difficile e complicato del solito.

L’audizione cui sarà sottoposto, sarà un bombardamento di domande degli europarlamentari della maggioranza - Partito popolare, Pse, Renew Europe e Verdi - che spareranno come se avessero la Grande Berta. Egli è consapevole ed è predisposto ad ogni tipo di agguato, per questo camminerà sul filo del rasoio. Ha una preparazione che si contano sulle dita di una mano a livello Ue. Conosce il Parlamento di Strasburgo e il Palazzo Berlaymont di Bruxelles come le proprie tasche, ragion per cui, l’audizione non lo preoccupa più di tanto, consapevole di tenersi a debita distanza, senza tradire il sovranismo di Ecr, di cui è presidente Giorgia Meloni. Tutto va bene madama la maschera, magari.

In pectore, Fitto dovrebbe ricoprire l’incarico di Vice presidente esecutivo e Commissario dell’Economia e del Pnnr, ma la maggioranza sta creando, non più di tanto, problemi nei suoi confronti. In particolare, sono i socialisti che si muovono, in modo soft, contro, ma fa muro a difesa di Fitto il Ppe guidato dal capogruppo, Manfred Weber. Preoccupato di non sbilanciare la politica Ue molto a sinistra, per cui Ecr fa da contrappeso e, nel contempo, per far fronte alla destra-destra uscita rafforzata nelle ultime europee.

Peraltro, il Ppe, nelle elezioni scorse, è uscito vincitore rispetto ai vinti dei Pse e degli altri tre partiti, che formano la maggioranza. In questa storia, Raffaele Fitto è diventato il capro espiatorio, in verità, c’entra, in quanto esponente di FdI, ma di più c’entrano i problemi di potere dei socialisti, dei liberali e dei verdi che si sentono penalizzati dai popolari che fanno la parte del leone. Tant’è che saranno 14 Commissioni al Ppe e sei al Pse, con il 19%. dei voti.

A ben vedere, i socialisti accusano, oltretutto, la VdL di non aver rispettato la parità di genere nonché c’è il rischio che il commissariato agli Affari sociali vada in mano a un conservatore, invece della conferma del socialista spitzenkandidat, Nicolas Schimit. I verdi usciti ridimensionati dal voto non fiatano, i Renew attaccano Fitto per la delega dell’Economia e non per altro.

C’è da dire che il partito di Meloni votò contro l’incarico di commissario di Gentiloni nella scorsa legislatura europea e ha votato, oggi, contro l’elezione di presidenza di Von der Leyen. FdI è in compagnia della Lega nel voto a sfavore della VdL, mentre Forza Italia ha votato a favore. Da voci non confermate tra VdL e Meloni c’è stato un gioco delle parti. Non a caso, un gruppo di europarlamentari di FdL hanno votato a favore di VdL.

Nello stesso tempo, l’opposizione canta la messa e porta la croce. Al suo interno, ci sono contraddizione in termini: il Partito democratico, essendo partner del Pse, ha votato a favore e idem i Verdi, contro VdL la Sinistra italiana e il M5s. Per avere una donna in più, nella Commissione, VdL si è rivolta alla Slovenia e per contrasti interni rischia ancora di far slittare la convocazione del Parlamento di Strasburgo per la presentazione della squadra dei Commissari.

Quale atteggiamento politico ha il partito democratico nei confronti di Fitto? Il più onesto intellettualmente è Antonio Decaro che afferma meglio Fitto, con cui si può dialogare, rispetto a un sovranista populista tout court. E aggiunge, basta che Fitto sia al di sopra delle parti e non sia di parte. Pero’, la questione sollevata dall’ex sindaco di Bari, troverebbe d’accordo tutti, purché non faccia sponda con il sovranismo di FdI e si guardi agli interessi dell’Europa e dell’Italia. Sulla sua medesima frequenza sta Emma Bonino, nel passato Commissaria Ue. Per nulla è in sintonia Michele Emiliano, la cui accusa di trasformismo politico all’operazione Fitto commissario, lo pone come se fosse una sorta di guardiano della «purezza» della maggioranza che ha eletto la VdL. Comunque avverte: «Houston abbiamo un problema», politicamente parlando.

Si badi che se Fitto diventasse vice presidente con deleghe stabilite, dovrebbe ringraziare l’Italia, fondatrice storica, terza economia e seconda industria manifatturiera dell’ Ue. Altresì, al sostegno della Meloni e, soprattutto, del Partito popolare europeo.

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