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Ma ora salvaguardiamo l’immagine di Bari polo attrattivo europeo

 
Federico Pirro

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Federico Pirro

«Bari» al top da cinque anni nel trend di ricerche Google

Le vicende giudiziarie i cui esiti sono stati resi noti in questi giorni potrebbero offuscare agli occhi di autorevoli osservatori italiani e stranieri una visione di Bari

Martedì 05 Marzo 2024, 16:44

Le vicende giudiziarie i cui esiti sono stati resi noti in questi giorni potrebbero offuscare agli occhi di autorevoli osservatori italiani e stranieri una visione di Bari e del suo hinterland come grandi poli di attrazione di nuovi investimenti: una capacità attrattiva che, pur avviata dall’inizio degli anni ’60 del secolo scorso e dispiegatasi poi nei decenni successivi, si è consolidata nell’ultimo decennio.

Ora, fermo restando il principio cardine di una civiltà giuridica avanzata riguardante la presunzione di innocenza sino a sentenze passate in giudicato delle persone indagate, chi scrive ritiene utile ricordare per i lettori le numerose aziende con i loro comparti di appartenenza che si sono localizzate a Bari ultimamente e che sono state in prevalenza multinazionali. È opportuno farlo, a nostro sommesso avviso, sia per salvaguardare un’immagine positiva della città industriale e del suo hinterland, ma anche perché con l’avvio della Zes Unica voluta dal ministro Fitto bisognerà giocarsi altre grandi chance sulla scacchiera dei territori più attrattivi di nuovi investimenti a livello europeo e mediterraneo.

L’agglomerato industriale di Bari-Modugno gestito dal Consorzio Asi - e più in generale il contesto socioculturale, produttivo e scientifico del Capoluogo e del suo hinterland - hanno continuato a manifestare una notevole capacità di attrazione su nuovi investitori dell’Ict e di comparti del manifatturiero che negli ultimi anni hanno scelto di localizzati in città, ma anche fuori dal perimetro dell’area consortile e in Comuni vicini. Numerose infatti sono le aziende dell’Ict che hanno scelto il capoluogo per l’apertura di loro nuovi siti nell’Italia meridionale. Le imprese sono state le seguenti: la Atos, la cui sede è attiva nel capoluogo dall’aprile del 2022, occupa ad oggi 120 persone e punta a raggiungere 400 addetti entro il 2024; la nipponica NTT Data vuole assumere 500 persone entro i prossimi 3 anni; la Fincons, presente anche all’estero con 2.400 collaboratori, intende raggiungere circa 1.000 occupati nella sede barese; la Lutech - nel cui capitale è entrata Atos - all’interno del Parco di Tecnopolis, ha presentato Mile, il polo di innovazione tecnologica in cui punta ad assumere 600 persone entro 3 anni, con un investimento di 70 milioni; la Nexi digital, società di servizi di pagamento digitale, ha aperto un nuovo hub tecnologico in cui vuole creare 120 posti di lavoro entro il 2025; la Pirelli con l’apertura del digital Solutions Center prevede 50 assunzioni entro il 2025; Lottomatica per il suo nuovo hub digitale punta ad assumere 30 persone entro il 2023; la Spindox, impegnata a rafforzare la presenza su Bari con 10 milioni di investimenti nei prossimi tre anni, con 70 nuovi addetti; la svedese Gunnebo ha creato un centro per lo sviluppo di nuove tecnologie per la custodia e la protezione dei valori; la Ibm ha ampliato l’attività del suo centro di Bari per realizzare strumenti innovativi per la trasformazione digitale di Istituzioni pubbliche; la Experis punta a realizzare fra l’altro sistemi di supporto alle Pmi locali; la Maggioli e Tempo mirano a realizzare una piattaforma per la gestione delle attività lavorative dei professionisti; la Dedalus si propone di sviluppare piattaforme per il trattamento di informazioni sociosanitarie; la Objectway punta a implementare nuovi modelli di business e di servizio nel mondo dei provider finanziari.

Sono giunte anche aziende di revisione e consulenza come Deloitte, che annuncia 1.500 assunzioni entro il 2024, la Ernst Young, che offre servizi professionali multidisciplinari, prevedendo 1.500 occupati per la sede barese, e Accenture che offre consulenze strategiche per le aziende e mira a 2.500 occupati entro il 2025. Bari pertanto è fra le 10 Tech cities italiane in cui si concentra l’80% delle offerte di occupazione nel settore, grazie ad un lavoro di squadra fra Comune, Regione, Università, Politecnico, Lum, centri di ricerca del CNR, Its e centri di formazione. Un ruolo significativo nel favorire i nuovi insediamenti ha assolto non solo il sistema di incentivazione della Regione, ma anche l’incentivo automatico del credito di imposta offerto a livello governativo, i cui importi per l’area di Bari non sono noti.

Anche l’industria manifatturiera sceglie Bari per insediarvisi È opportuno rilevare inoltre che numerosi sono anche i nuovi insediamenti di aziende manifatturiere nell’agglomerato Bari Modugno. Ci si riferisce: alla Midsummer che produrrà pannelli fotovoltaici di nuova generazione; alla Ovs che opererà nella rigenerazione di capi di abbigliamento per i suoi grandi magazzini; al Gruppo campano Bruno che ha rilevato dalla procedura fallimentare il capannone della Calabrese Veicoli industriali, avviandone la ristrutturazione e proponendosi di produrvi semirimorchi e altri beni meccanici; alla Mapei che nel capannone già della ATM produrrà materiali per l’edilizia; alla Martur Fompak che realizzerà meccanismi per sedili per auto. Altrettanto numerose sono state anche le richieste avanzate al Consorzio Asi da imprese già insediate per l’ampliamento delle loro strutture produttive, localizzate nell’agglomerato Bari Modugno.

Ai nuovi investimenti nel manifatturiero si uniscono insediamenti nella logistica, come ad esempio quello della Cromwell - che ha rilevato nello stesso agglomerato l’impianto dismesso dell’Ilca per crearvi un centro per la logistica automatizzata basata su tecnologie avanzate - e come l’altra struttura autorizzata in area ZES a Molfetta alla società LISA per la realizzazione di un polo con edifici, depositi, officine di manutenzione e riparazione di automezzi e una foresteria. Nell’Interporto di Bari inoltre la DHL ha ampliato la struttura già insediata e sempre nell’agglomerato Bari-Modugno la Stante logistics ha chiesto alla Regione l’attivazione di un contratto di programma per l’ampliamento dei suoi depositi già operativi.

Gli investimenti in contratti di programma nell’area industriale di Bari e nel territorio urbano. Oltremodo significativo è stato il volume degli investimenti già realizzati dal 2015, in corso o programmati da aziende ubicate da tempo nell’area industriale del Capoluogo, o in procinto di realizzarvi i loro nuovi insediamenti, alcuni dei quali in particolare nel comparto dell’Ict, hanno riguardato anche altre aree di Bari. Nella tabella si riportano i dati cortesemente forniti dalla Direzione di Puglia sviluppo, qualificata società della Regione Puglia, riguardanti i contratti di programma attivati dal 2015. Nell’area industriale si è realizzato anche un contratto di sviluppo da parte della Bridgestone e istruito da Invitalia con un investimento di 41,3 milioni, di cui 12,4 a fondo perduto.

È necessario sottolineare peraltro che gli investimenti delle grandi imprese nella zona industriale di Bari, in altre zone del capoluogo - così come in qualche altro Comune della Città metropolitana - se da un lato si sono avvalsi in larga misura di apprezzate agevolazioni regionali come i contratti di programma, o nazionali come i contratti di sviluppo, gestiti entrambi con procedure negoziate - dall’altro hanno utilizzato, come si diceva in precedenza, anche un’altra misura agevolativa governativa e automatica come i crediti di imposta, i cui importi complessivi per il nostro territorio al momento non sono noti. La precisazione è doverosa per evidenziare ancora una volta come i dati complessivi riportati nella scheda devono essere assunti con cautela interpretativa, risultando attendibilmente sottostimati.

Insomma Bari non è Gomorra , ed è compito di tutta la business community sana della città difenderne l’immagine con i suoi protagonisti siano essi imprenditori, professionisti, sindacati, manager, tecnici, operai, ricercatori, docenti universitari.

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