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Procedimento disciplinare per quell’oltraggio sui social: inviterò la premier all’Uniba

 
Stefano Bronzini

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Stefano Bronzini

Procedimento disciplinare per quell’oltraggio sui social: inviterò la premier all’Uniba

Edotto dei fatti e verificato quanto fosse accaduto, ritengo che, ça va sans dire, l’episodio sia grave. Aver pubblicato la fotografia della Presidente del Consiglio in modo poco ortodosso è un gesto deprecabile e non condiviso dall’intera comunità

Mercoledì 14 Febbraio 2024, 13:59

Per cultura e educazione non sono iscritto ad alcun social. Ho fatto una scelta anni orsono e la persevero sapendo che certo perderò qualcosa e che in ogni caso vivrò lo stesso benissimo.

Che condivida o meno l’utilizzo quindi è poco interessante. Più rilevante è invece che quando ieri pomeriggio alcuni giornalisti mi hanno raggiunto telefonicamente per sapere cosa pensassi di una foto pubblicata da un nostro ricercatore nelle proprie stories di Instagram ero ignaro di quanto fosse accaduto.

Edotto dei fatti e verificato quanto fosse accaduto, ritengo che, ça va sans dire, l’episodio sia grave. Aver pubblicato la fotografia della Presidente del Consiglio in modo poco ortodosso è un gesto deprecabile e non condiviso dall’intera comunità. Posso pertanto affermare che la mia Università, deplorando senza se e senza ma, la pubblicazione offensiva di quella foto, avvierà immediatamente un procedimento nei confronti di un suo dipendente che ha oltraggiato con quella immagine sia una persona sia una carica istituzionale. Questo è certo.

L’Università statale deve essere inflessibile nel condannare qualsiasi forma di offesa verso persone e Istituzioni. Pertanto, a coloro che si interrogano su cosa farà il Rettore - giusta e legittima domanda - rispondo che saranno adottati i provvedimenti previsti dai codici dei comportamenti e codice etico, sottoscritti da tutti coloro che prendono servizio nella Università degli Studi di Bari Aldo Moro.

La legalità, appunto, e il decoro sono garantiti con norme e regolamenti nelle Università statali. Posso aggiungere che le scuse, riportate dagli organi di stampa fatte dall’autore del post, sono apprezzabili, anche se in alcun caso sminuiscono l’accaduto. La gravità dell’episodio non è in discussione. Giorgia Meloni è la Presidente del Consiglio di tutti gli italiani, anche di coloro che non l’hanno votata.

Proprio per tale ragione chiederò alla Presidente del Consiglio d’essere ricevuto, se vorrà e quando potrà, per portarLe personalmente le scuse e al contempo invitarLa nella Università degli Studi di Bari Aldo Moro per parlare con Lei di ricerca e formazione.

Confido molto che quando Le sarà possibile, mi riceverà e sono altrettanto certo che accetterà l’invito permettendo alla comunità universitaria di porgerLe in presenza le doverose scuse.

Una nota al margine: sono contentissimo di non frequentare i social e altrettanto orgoglioso di saper chiedere scusa. Le due cose si intersecano. Se infatti i social possono far emergere il cattivo gusto fino a giungere a forme deprecabili di oltraggio, risultando altamente offensivi delle persone e delle Istituzioni, è altrettanto vero che le scuse non sembrano trovare facilmente residenza nei social.

Non volendo piegarmi al gioco della torre tanto in voga nei nostri tempi, mi rifugio nella lettura di un libro. Un consiglio per tutti: rileggete il capitolo quarto dei Promessi Sposi. Una perla certamente utile per coloro che offendono e per tutti coloro che si ergono a giustizieri.

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