«Siamo immersi in trasformazioni epocali: disoccupazione giovanile, migrazioni, cambiamento climatico, rivoluzione digitale, nuovi equilibri mondiali, solo per citarne alcune, che per essere governate hanno bisogno di nuove idee, del coraggio di saper coniugare grande saggezza e massimo d’audacia». Queste parole di David Sassoli nel suo ruolo di Presidente del Parlamento Europeo sono incise nella memoria del nostro impegno civico e sociale.
Sono trascorsi due anni da quell’11 gennaio 2022. L’Europa perde un «amico» e, in quanto europei, «l’amico di tutti». La prima volta che l’ho chiamato al telefono nella sua veste di Vice Presidente del Parlamento Europeo dissi: «Presidente Onorevole Sassoli, mi scusi se la disturbo nei suoi impegni d’aula, volevo chiedere una sua disponibilità per essere relatore tra noi per la presentazione di un libro sul caso Aldo Moro. Siamo un gruppo di ragazzi e amici che intendono dare un contributo al dibattito». Sassoli mi rispose: «Assolutamente sì. Io ci sono. Per me la data va bene. Sono un amico. Sono David». Ecco la persona! La gentilezza dell’esserci.
Da quel momento in poi, quel rapporto istituzionale si trasformò in stima e amicizia. Ci sentivamo spesso al telefono, sempre presente alle nostre iniziative culturali, anche serate liete a parlare di futuro e della bellezza di Roma. «Ripetiamolo perché sia chiaro a tutti che in Europa nessun governo può uccidere, che il valore della persona e la sua dignità sono il nostro modo per misurare le nostre politiche».
Il pensiero di David Sassoli è in questi concetti, ricchi di visione dove la città e la politica è laboratorio di fraternità e di giustizia sociale. Il «sognare lapiriano» che cerca la sua applicazione nella comunità democratica e popolare dentro il movimento europeo della persona per le persone. C’è l’ecologia integrale nel pensiero di Sassoli che rievoca i grandi insegnamenti del cattolicesimo democratico e riformista, base non solo della dottrina di Papa Francesco ma anche del pensiero dei padri del riformismo sociale.
Il dialogo con David Sassoli era sempre orientato al futuro, sull’umanesimo digitale, sul Mediterraneo, sul confronto tra culture e religioni, sull’incontro tra il cristianesimo sociale e il riformismo socialista in chiave di progresso. Le conversazioni spesso si concentravano su come rafforzare il ruolo strategico della rappresentanza civica e sociale, quello che lui amava chiamare «i corpi intermedi» rispetto ai temi del lavoro e delle disuguaglianze.
Dopo aver parlato spesso di numerosi temi culturali, la sua risposta era sempre la stessa: «Stasera è una serata tra amici». L’amicizia a cui faceva riferimento Sassoli era quel motore di relazioni autentiche, promotori di speranza per la costruzione del dialogo e di aiuto alla persona che soffre. «E la speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini, quando combattiamo contro tutte le ingiustizie. Auguri a noi, auguri alla nostra speranza». David Sassoli ci consegna un messaggio senza confini: il valore della persona e la sua dignità misura di tutte le cose.