Il centrosinistra nazionale adesso potrà ispirarsi al «modello Foggia». La previsione di Elly Schlein, dopo il comizio nel capoluogo dauno si è avverata, ma a costruire il successo sono stati il governatore Michele Emiliano e il segretario regionale dem Domenico De Santis che hanno tenuto sempre aperto il dialogo con i grillini, sposando la candidatura a sindaco di Maria Aida Episcopo, indicata dall’eurodeputato 5S Mario Furore.
Nelle amministrative, dunque, vince chi aggrega tutta la propria curva e parte dei delusi del fronte opposto: si spiega così il successo della coalizione dei progressisti. Nel capoluogo dauno, ferito da uno scioglimento della precedente amministrazione di centrodestra guidata da Franco Landella, alle dinamiche politico-partitiche, si è aggiunta anche la voglia della città di «cambiare», relegando all’opposizione le destre che a questo appuntamento sono arrivate in ordine sparso e con poche idee-forza.
La genesi della candidatura Episcopo è stata laboriosa. Già assessore non memorabile della giunta Mongelli, aveva inizialmente generato qualche dubbio nei vertici del centrosinistra. Il governatore Michele Emiliano aveva chiesto una candidatura identitaria e aveva sollecitato la discesa in campo di Raffaele Piemontese, suo vice, o dell’assessore regionale Rosa Barone, portabandiera del M5S in città. I due, però, avevano declinato l’invito e così l’ha spuntata la proposta di Furore, convinto che il profilo moderato della Episcopo fosse in grado di aggregare e vincere. Poi strada facendo la coalizione si è allargata con l’adesione della lista del Terzo Polo, con il simbolo di Azione, la partecipazione di Italia Viva (qui nessuna guerra Renzi-Calenda) e quella dei Popolari di Beppe Fioroni.
La campagna elettorale è stata alla fine intensa, ma l’affluenza alle urne ha confermato un calo di appeal delle urne comunali (60% contro il 66% dell’ultima tornata). Il centrosinistra ha puntato tutto sulla politicizzazione del voto, e sono passati in città l’ex premier Giuseppe Conte (ben quattro giorni), Pier Luigi Bersani, Nicola Zingaretti, Francesco Boccia e Elly Schlein, convinta che gli ostracismi e le spaccature suggellate alle politiche del settembre 2022 dovessero essere superate da un sussulto di orgoglio e generosità. Ora l’elezione della Episcopo inverte la rotta nelle comunali pugliesi dopo i successi delle destre nelle ultime due consultazioni, a Barletta e Brindisi, e le vittorie sono carburante per le successive tappe, a partire dalla Europee nelle quali M5S e Pd puntano a un risultato di rilievo.
A destra il ko di Foggia conferma la difficoltà nel consolidare il consenso politico - fondato soprattutto sul carisma di Giorgia Meloni - negli enti locali pugliesi: al radicamento dei progressisti, i conservatori non sono riusciti a contrapporre un progetto di rinnovamento, anche per le scorie connesse al tracollo dell’amministrazione Landella. Di sicuro la contesa dauna è un monito per Marcello Gemmato, Mauro D’Attis e Roberto Marti in vista delle sfide del giugno prossimo a Bari e Lecce.
Un ultimo dato foggiano fa riflettere: fuori dalle due grandi coalizioni resta un elettore su cinque, che ha scelto i candidati anti-establishment Giuseppe Mainiero, Nunzio Angiola e Antonio De Sabato. Oltre i partiti, in Puglia, registra un costante vitalismo di un’area civica che, in contesti di equilibrio, può diventare l’ago della bilancia