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Prezzi alle stelle per i voli? Serve offrire qualità per non spegnere il turismo

 
Angela Stefania Bergantino

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Angela Stefania Bergantino

Prezzi alle stelle per i voli? Serve offrire qualità per non spegnere il turismo

Per quanto riguarda i biglietti aerei, le tariffe che risultano aver lievitato di più sono quelle di lungo raggio

Martedì 01 Agosto 2023, 14:49

All’inizio dell’estate due pericoli incombevano sulle vacanze degli italiani e sull’economia del Belpaese. Innanzitutto l’aumento paventato del costo dei biglietti aerei; quindi, di conseguenza, i possibili effetti negativi che questo avrebbe avuto sul turismo, tanto su quello incoming dei vacanzieri stranieri quanto sulla domanda interna. Il primo fenomeno si è palesato, con conseguenze però tutto sommato ridotte sul movimento turistico complessivo: non si è infatti verificata alcuna flessione nella domanda turistica complessiva, tanto che l’estate 2023 corre il rischio di superare anzitempo i livelli complessivi pre-pandemia.

Per quanto riguarda i biglietti aerei, come si è letto più volte recentemente sui giornali, le tariffe che risultano aver lievitato di più sono quelle di lungo raggio che comunque, per un meccanismo di facile intuizione, finiscono per avere conseguenze anche sui prezzi delle tratte più brevi europee, che sono aumentati oltre il 20%. Gli aumenti erano largamente previsti e prevedibili a causa di fattori di breve-medio periodo, ad esempio il bisogno delle compagnie aeree, peraltro munificamente sostenute dagli Stati e dalla UE, di recuperare i deficit accumulati durante la pandemia. Quindi la fiammata della seconda metà del 2022 nei costi dei carburanti, che pur essendo rientrata nel suo fattore principale di fondo (il prezzo del petrolio grezzo), continua a manifestarsi nelle tariffe del biglietto aereo. L’esito è stato più positivo del previsto per i grandi vettori: l’altro giorno il Financial Times riportava la lista dei gruppi che hanno aumentato i loro ricavi nel primo semestre 2023 rispetto al 2022, e che comprendeva praticamente tutte le compagnie attive.

La famosa dichiarazione del patron di Ryanair O’Leary dell’agosto 2022 che escludeva la possibilità che si ripetessero tariffe a «infimo» costo dei biglietti aerei, «mai più biglietti 0,99 euro», aveva fatto capire che si andasse senza indugi verso un rialzo progressivo dei prezzi del settore, con il pericolo di un crollo della domanda di trasporto aereo passeggeri e possibili ricadute pesanti anche in termini di occupazione.

Le ricadute di tali rialzi sul turismo del nostro Paese si sono dimostrate praticamente impercettibili. Un esempio concreto aiuta a comprendere cosa è successo. Poniamo la classica famiglia del nord che si può permettere al massimo un paio di settimane di vacanza all’anno, di cui una servendosi del mezzo aereo. Sul costo totale della vacanza l’aumento di qualche decina di euro del singolo biglietto ha un impatto limitato, e praticamente nullo sulla scelta di effettuare comunque un tragitto in aereo rispetto ad altre possibili alternative, che magari hanno registrato aumenti non inferiori a quelle dell’aereo, treno escluso.

Il costo principale di una vacanza standard al mare, infatti, è per qualsiasi destinazione quello che cade sotto la voce «soggiorno», vale a dire l’albergo, il bed and breakfast, l’appartamento o altro. Sono questi i prezzi che sono schizzati alle stelle, soprattutto per agosto, sia per questioni contingenti (leggi mancanza di personale) sia perché quando il settore è sottoposto ad una domanda crescente, l’offerta di tale comparto è rigida, e dunque la maggiore richiesta finisce per scaricarsi sui prezzi. Qualcosa di simile accade anche per la ristorazione e per tutti gli altri servizi: l’ombrellone e la sdraio, l’autonoleggio, perfino i prezzi dei bar e dei generi alimentari.

Insomma, l’aumento dei prezzi dei biglietti, soprattutto di quelli acquistati con scarso anticipo, non è che una tra le voci di spesa che stanno registrando un aumento rispetto ad un «pacchetto vacanze» che ha, in percentuale, un segno più seguito da due cifre. La cosa potrebbe avere effetti tollerabili, se non fosse che un settore trainato dalla domanda tende inevitabilmente a offrire servizi peggiori, oppure a non investire sulla qualità dell’offerta e quindi, in generale, sulla produttività complessiva.

È in questi momenti, insomma, quando le prenotazioni fioccano e si fatica a stare dietro alle richieste che si dovrebbe investire sui miglioramenti interni, sperimentare nuove soluzioni, alzare il livello qualitativo. Invece di strillare al lupo per i rialzi dei prezzi aerei, è il momento di rimboccarsi le maniche, senza attendere i primi, eventuali segni di stanchezza del mercato. Allora non sarà il momento giusto, e la stasi nell’offerta qualitativa dei servizi diventerà un peggioramento irreversibile.

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