Un Pane di Altamura Dop e un Carciofo Brindisino Igp, un Olio extravergine di olive Terre di Bari Dop e un Primitivo del Salento Igp non si possono inventare, né tanto meno imitare senza scadere nella frode, perché questi sono alimenti e vini prodotti solo ed esclusivamente in Puglia. Esempi di eccellenze dei rispettivi territori che negli anni hanno ottenuto dall’Europa il riconoscimento Ig (Indicazione geografica) dopo un lunga e rigorosa procedura per la registrazione; un sistema che in Italia conta ormai oltre 8mila prodotti, decine e decine solo nell’antica Apulia.
A livello europeo valgono attualmente quasi 80 miliardi di euro, di cui circa 20 in Italia. E comunque la cosiddetta «Dop economy», che prese le mosse a metà degli anni Novanta con i primi regolamenti varati dall’Unione non è più una semplice questione culturale di pochi Paesi particolarmente affezionati alla propria tradizione culinaria, ma di un vero patrimonio economico, sociale e politico europeo.
Il Parlamento Europeo, che nella sua coralità rappresenta 27 Stati membri, continua a far evolvere questo sistema che non trova eguali nel mondo, generando valore senza bisogno di investire alcun fondo pubblico, rafforzando il ruolo dei consorzi, la protezione di Dop, Igp e Stg (rispettivamente, prodotti a Denominazione di origine protetta, a Indicazione geografica protetta e Specialità tradizionali garantite) e la trasparenza verso i consumatori. Il 20 aprile scorso nella commissione Agricoltura dell’Europarlamento abbiamo dato il via libera all’unanimità – 46 voti su 46 votanti - al nuovo regolamento Ue di riforma del sistema. Nel testo che abbiamo adottato (il sottoscritto era relatore) abbiamo introdotto l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi prodotto Dop e Igp il nome del produttore e, per i prodotti Igp, l’origine della materia prima principale.
Non solo, su espressa richiesta dei nostri produttori di qualità, abbiamo potuto eliminare quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle nostre Indicazioni geografiche, come nel caso dell’aceto balsamico sloveno e cipriota, o addirittura del Prosek made in Croazia.
In particolare, è stato chiarito come menzioni tradizionali come Prosek non possono essere registrate, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp.
Tra i punti qualificanti della riforma, c’è la possibilità per i prodotti Dop e Igp di beneficiare di una «protezione ex-officio» anche online. Nel caso in cui vengano utilizzati come ingredienti, sarà invece necessaria un'autorizzazione scritta da parte dei rispettivi consorzi di tutela. A beneficio di questi, proponiamo anche di semplificare le norme per la registrazione e la modifica dei disciplinari di produzione.
L’Europarlamento ha preso una posizione anche su uno dei punti più discussi del regolamento, e cioè il ruolo dell’Ufficio europeo dei brevetti, l’Euipo. Dopo l’approvazione in commissione Agricoltura al Parlamento Ue, il testo approderà in Aula il 31 maggio prossimo in assemblea plenaria a Strasburgo, per poi essere oggetto dei cosiddetti Triloghi con la Commissione e il Consiglio Ue.
L’obiettivo è chiudere la partita l’autunno con l’approvazione definitiva della riforma sotto la presidenza di turno spagnola.
Con questo regolamento, creeremo un vero Testo unico europeo sulle produzioni di qualità, che rafforzerà la protezione, la promozione e la sostenibilità delle nostre Indicazioni geografiche, conosciute in tutto il mondo come sinonimo di qualità ed eccellenza, grazie alla passione e alla competenza dei nostri agricoltori e produttori.
* ex ministro dell’Agricoltura e dal 2009 parlamentare Ue